di Augusto Mattioli
SIENA. Nazionalizzare le aziende in crisi. Banche comprese. Una campagna nazionale con raccolta di firme è stata organizzata dal PCL (Partito Comunista dei Lavoratori), di cui è segretario Marco Ferrando, uscito mesi fa da Rifondazione Comunista.
“La nostra – ha spiegato Ferrando nel corso della conferenza stampa di stamane (17 febbraio) – è una proposta su un obiettivo all'altezza della crisi capitalistica che condiziona la vita materiale dei lavoratori”. Che secondo l'ex di RC sono stati spremuti dalle banche “che hanno fatto giganteschi profitti e che oggi scaricano il crollo del castello di trufffe e di speculazioni sulla pelle degli stessi lavoratori”. Ferrando ha rilevato che nelle lotte contro la crisi “si va in ordine sparso”, e se la prende con banche ed imprese che bussano alle casse dello stato e scaricano tutto sui cittadini, utilizzando risorse pubbliche. Insomma, chi lavora viene “fregato due volte: la prima per sopportare la crisi, la seconda come contribuente”. Ferrando vuole in ogni caso una nazionalizzazione vera, che interessi, appunto, banche ed imprese non una nazionalizzazione dei debiti a carico dello stato e, quindi, dei cittadini. Una nazionalizzazione che non indennizzi i grandi azionisti. Per i segretario del PCL andare su questa strada sarebbe una lotta agli sprechi, con vantaggi per la maggioranza della società. E che dovrebbe essere sotto il controllo dei lavoratori e delle loro organizzazioni e, per quanto riguarda le banche, sarebbe il modo di avere il controllo della leva del credito.
“Ma la nazionalizzazione non dev'essere un revival dell'IRI”, ha avvertito. L'Iri era l'Istituto per la ricostruzione voluto dal fascismo, un ente che ha continuato ad operare anche nella repubblica per anni, in molti casi gestito con metodi clientelari. Proposte, quelle di Ferrando, che hanno pochissime possibilità di essere accolte anche in minima parte. Gli stesso ha ammesso che si tratta di “proposte non indolori. Siamo consapevoli che si andrebbe ad uno scontro sociale di grande ampiezza”.