"Quando si parla di economia, di occupazione, di corretto utilizzo delle risorse disponibili, sarebbe cosa sempre importante, farlo senza pregiudizi, senza la volontà di farsi propaganda, ma solo e soltanto pensando ai problemi e a come fare per risolverli, e, se problemi non ci sono, cosa fare per evitare che insorgano.
Se davvero ragionassimo in questo modo, forse avremmo tutti meno cose da fare, o forse di più, ma abbiamo visto che le cose non funzionano in questo modo, ognuno ha una ricetta che risponde ad una logica, e nessuno intende rinunciare al posto di potere che questa logica gli assegna, quindi capita spesso di restare divisi anche argomentando in maniera diversa la stessa soluzione,
la crisi che stiamo registrando nella nostra provincia, non ci permette questi atteggiamenti, non possiamo lavorare per evidenziare solo e soltanto il ruolo di qualcuno, o disprezzando e abbuiando quello di altri, perché dovessimo muoverci in questo senso nessuno di noi ne uscirebbe vincitore, perché se tutti insieme, e ripeto tutti insieme, non riusciamo a trovare adeguate risposte risolutive, il vero sconfitto sarà l’istituzione, quindi l’amministrazione provinciale che risulterebbe incapace nel suo insieme, e a nulla varrebbero i toni giustificativi del tipo “ comandano loro “ rivolto alla maggioranza, o ci hanno “impedito di lavorare “ rivolto all’opposizione.
Fatta questa premessa che per me ha un grande significato, voglio anche provare a dire cosa pensa il PDL senese in merito alla crisi economica della nostra provincia, certo non è possibile nell’intervento affrontare tutto, il mio sforzo andrà quindi solo in alcune direzioni.
La prima considerazione che dobbiamo fare riguarda il livello di analisi della nostra struttura economica e produttiva e due cose si evidenziano con chiarezza più di altre, nel nostro territorio non esiste un polo industriale con una sua specificità, con l’industria principale e l’indotto che crea, poi c’è l’aspetto nascosto della crisi stessa, spesso evidenziamo i gruppi più importanti, fatti di aziende che hanno un cospicuo numero di addetti all’interno, ma poi ci dimentichiamo dell’artigiano che magari è solo o con un dipendente, delle piccole aziende del commercio, il “ bottegaio “ sotto casa, o delle piccole aziende di servizi, ci dimentichiamo dell’ortolano che porta frutta e verdura al mercato all’ingrosso per cifre sempre meno remunerative, ma ci dimentichiamo, insieme al muratore dei piccoli lavori, anche di tutta quella miriade di professionisti che sempre più spesso si trovano in imbarazzo rispetto alle loro condizione sempre meno possibile.
BENE, con questo abbiamo affermato che la crisi esiste, ed esiste, con prepotenza anche nella nostra provincia, forse anche in maniera difforme dal resto del paese, dove alcuni segnali di ripresa, stando alla Produzione Industriale del mese di agosto + 7%, alle dichiarazioni di Marcegaglia, pare ci siano, e pare anche che l’Italia sarà forse il primo paese europeo ad uscire dalla crisi, in provincia di Siena vogliamo restare al palo ? la situazione della provincia di Siena vale la pena analizzarla e capirla, poi possiamo anche decidere di assegnare le colpe e di sicuro ogni parte le trova nell’altra parte, ma sarebbe solo un esercizio politico che se può avere la sua valenza in campagna elettorale, per raccogliere quei consensi necessari a governare, li perde completamente nel momento in cui dobbiamo, tutti insieme, perché la situazione ce lo impone, cercare e trovare le giuste soluzioni.
Ecco a questo punto i soggetti presenti in questa giornata di lavoro, hanno dato il loro contributo, abbiamo il dovere di ascoltarli, dobbiamo far tesoro dell’idea collettiva, ma come Amministrazione Provinciale, dobbiamo riuscire anche a dare delle indicazioni.
Ne proponiamo alcune:
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Impegnarsi da subito per la risoluzione della crisi per quelle aziende nelle quali già oggi si ravvisano grandi difficoltà,verso le quali si ravvisa al momento un forte ritardo. Con la consapevolezza però che a volte ci troviamo di fronte a comparti maturi, verso i quali ogni azione potrà essere tesa solo a salvare il possibile ma senza illudersi che questi settori possano rappresentare una potenzialità per sviluppi futuri.
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Un’altro aspetto è invece legato alla conoscenza prima e il coinvolgimento dopo, di tutti i soggetti che possono valutare ma soprattutto fare, quindi con la volontà di lavorare per individuare le strade necessarie per un progetto di lungo respiro.
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Intervenire immediatamente per migliorare la viabilità, perché spostare le merci in questa provincia non è assolutamente facile e comunque sicuramente molto costoso
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Accelerare l’iter burocratico delle pratiche da svolgere, in favore degli investimenti che possono essere realizzati
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Aiutare le imprese, soprattutto quelle di piccole, piccolissime, e di medie dimensioni, ad affrontare la macchina del credito che li vede sfavoriti nella contrattazione con il sistema bancario, rispetto alle aziende di portata maggiore, su questo abbiamo presentato un apposito O.d.G; in particolare in merito alla disposizione del ministero del tesoro circa la possibilità di congelare per un anno l’esposizione delle piccole e medie imprese, disposizione questa, volta a dare fiato a queste realtà e la possibilità quindi, di mantenere l’occupazione in aziende dove la forza sindacale determinata dai grandi numeri è certamente più limitata.
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Stimolare queste piccole imprese ad associarsi, perché mettere insieme esperienza, forza economica, e capacità operativa, crea condizioni che non sono quasi mai direttamente proporzionali, quindi potrebbero per questa strada permettersi, il lavoro di marketing, il giusto supporto commerciale, ma ciò che più conta la possibilità di investire in tecnologia. In sostanza dobbiamo far comprendere che la concorrenza solo e soltanto basata sui prezzi porta solo al massacro aziendale.
Aziende facenti parte del comparto del camper, ma la stessa Novartis sicuramente azienda sana che almeno al momento non denuncia crisi, più volte hanno denunciato i limiti della nostra viabilità, così come anche la wirpool, o la RCR, in questo caso poi sussistono anche altre problematiche, la riflessione che dobbiamo fare riguarda però un aspetto della nostra economia che spesso dimentichiamo e che riguarda il fatto che a parte Novartis e Wirpool il resto, anche lo stesso comparto del camper che si estende tra Colle val d’Elsa e Tavernelle Val di Pesa è prevalentemente formato da piccole e medie imprese, che non hanno la forza di rispondere in autonomia a momenti di crisi come quello che stiamo vivendo in questo momento, e guardate non basta criticare l’operato dell’imprenditore per far ripartire un’azienda, bisogna analizzare le cause che sicuramente possono essere di vario genere, di natura gestionale,, o peggio ancora nelle crisi di mercato, e in base a questa conoscenza finalizzare i possibili interventi.
Ma quanto possiamo ritenerci immuni dalle responsabilità, dalla colpa di non aver ben osservato, di non aver costruito, la viabilità della provincia questo è un problema denunciato anche dal direttore dalla CONFINDUSTRIA senese che attraverso un’intervista sul corriere della sera afferma “ vanno affrontati subito i problemi legati alla competitività del territorio quali le infrastrutture, dalle strade alle aree industriali, dallo scambio gomma rotaia all’aeroporto, dal cablaggio ai servizi alle aree produttive; “
Ma la portata della crisi è forte e ben presente anche dal presidente della provincia che afferma “
“Chiediamo l’aiuto del governo per tre settori che rappresentano alcuni dei pilastri della nostra produzione manifatturiera ma hanno anche una valenza nazionale di rilievo. Basti pensare che in Valdelsa si realizza circa l’80 per cento della produzione italiana di camper e il 95 per cento di quella del cristallo. In questa zona la crisi, tra camper e cristallo, coinvolge sia la grande e media industria che le aziende artigianali, ricadendo in maniera pesante sui livello occupazionali. Sono oltre mille i lavoratori interessati da cassa integrazione ordinaria e straordinaria o mobilità. In Amiata invece le difficoltà del settore pellettiero coinvolgono circa 80 tra piccole e piccolissime imprese artigianali che occupano oltre 700 addetti, fra titolari e dipendenti”.
Oggi si chiede aiuto, ma per cosa, dove eravamo quando si intravvedevano i segnali delle crisi, chi era a quel momento al governo di questa provincia ? ci siamo forse dimenticati del fatto che non abbiamo mai voluto ascoltare il richiamo allo sviluppo economico, forse consapevoli di uno scenario diverso da quello presente in altre realtà e provincie dell’Italia? Guardate che i dati anche se possiamo leggerli in tanti modi sostanzialmente ci portano in unica direzione, PROGETTARE IL FUTURO che prima di tutto significa:
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Lavorare di concerto con le associazioni di settore per individuare da dove partire per andare dove, abbiamo parlato in questi giorni di Siena capitale europea della cultura, cosa sicuramente difficile da raggiungere, ma di sicuro una sfida dalla quale non possiamo esimerci con la certezza che se lavoriamo convinti può rappresentare una grande occasione di sviluppo, non tanto per quanto attiene lo specifico momento del 2019, ma per tutto quello che dovrà essere fatto prima e che se ben fatto lascerà tracce positive anche per il futuro, che potrà significare un rilancio del turismo, di quel turismo motivato del quale sentiamo la vera mancanza.
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L’agricoltura è ferma ancora al tradizionale, certo è vero che nel tradizionale è stata inserita tanta nuova tecnologia ma vero anche che spesso si accompagna con la riduzione di mano d’opera occupata, allora anche su questo riflettiamo al momento abbiamo due realtà importanti, il vino e l’olio, il primo valorizzato ad un buon livello e in qualche modo difeso e protetto dagli attacchi che gli vengono rivolti, ma mai in maniera sufficiente, il secondo, l’olio, vede un crescente numero di uliveti abbandonati, in questo caso la ragione è una sola, i costi e guardate che la stagione dell’impegno su questi prodotti è tutto l’anno.
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Ma pensando all’agricoltura e alla zootecnia vanno visti anche con molta attenzione altri aspetti che sembrano marginali ma non lo sono, sono solo visti come non problemi e per questo lasciati agli operatori, penso all’articolo denuncia di sabato mattina su cerealicolo
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La gestione corretta e programmata del territorio agroforestale può dare risposte ai problemi occupazionali, contribuire in parte al progetto legato alle energie rinnovabili, ma può insieme a questo, migliorare per tutti la qualità della vita.
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Infine c’è l’ultimo aspetto che non è irrilevante, l’industria agroalimentare, potremmo fare un lavoro di eccellenza, abbiamo prodotti agricoli di grande qualità, ma non abbiamo al contempo aziende che li trasformino e li mettono sul mercato pronti al consumo.
Avevo detto che sarei stato parziale, ma questo non vuol dire che ci siamo dimenticati dei problemi legati al termalismo e ai pesanti risvolti che questo settore ha in gran parte del nostro territorio, o peggio ancora che ci siamo dimenticati dell’edilizia e di tutto ciò che trascina con effetto domino, dall’industria del mobile a quella del laterizio
Insomma alla fine vorrei affermare che in questo momento c’è prima di tutto bisogno, di volontà, di passione, ma soprattutto di iniziativa imprenditoriale, deve cadere il muro del lamento che assegna colpe, le istituzioni devono fare e faranno la loro parte, così come la loro parte dovranno farla coloro che hanno risorse disponibili, il giusto livello di conoscenza e fantasia per far risorgere questo nostro territorio.
La soluzione della crisi economica e produttiva della nostra provincia, con tutte le sue implicazioni occupazionali, non può e non deve passare attraverso quella logica assistenzialista che porta prevalentemente consumo delle risorse senza risultato, ma altresì deve vedere l’uso delle risorse disponibili per creare, per costruire e garantire quindi quel futuro che tutti ci auspichiamo.
In questo senso, in questa direzione, riteniamo che debba essere chiesto il giusto livello di impegno alle istituzioni, al MPS, a tutto il sistema bancario, e riteniamo quindi che per questo, la provincia di Siena in prima istanza, debba impegnarsi quanto prima possibile a costruire insieme alle associazioni oltre che per gestire l’esistente, un lavoro per progettare il futuro".