di Augusto Mattioli
SIENA. Cambiare mentalità e modi di agire per superare un crisi. Mettere al centro degli interessi il lavoro materiale che crea ricchezza solida e non l’economia di carta. Il cui crollo sta provocando gli attuali sconquassi. E’ questo, in sintesi, il succo dell'incontro promosso dalla Cgil di Siena. Questo pomeriggio (7 ottobre) la signa lsindacale ha organizzato una tavola rotonda con il sindaco Cenni, il presidente della provincia Ceccherini, il presidente della Banca Mps Giuseppe Mussari, Carlo D’Ajello, amministratore delegato della Rcr (la ex Calp), e i sindacalisti Sussanna Camusso, segretario confederale della Cgil nazionale e Claudio Vigni, segretario provinciale della Cgil.
In mattinata si è invece svolto un attivo dei delegati.
Una tavola rotonda quella del pomeriggio che non poteva che partire dalla situazione generale vissuta in Italia.
“Se affrontiamo questa crisi – ha detto Mussari – come un terremoto finanziario non ne capiamo le cause”. Dunque occorre qualcosa di più dei soliti interventi perché oggi si è rotto quello che Mussari ha definito “un giocattolo”. Quello cioè della finanza di carta che ha dato illusioni di ricchezza, una finanza non regolata sostanzialmente da niente. E che ha fatto la ricchezza di pochi.
Siena e la sua provincia ovviamente non possono pensare di essere al riparo dai venti di una crisi che sta spazzando via l’economia mondiale.
“Non siamo un’isola felice, non siamo impermeabili – ha detto Claudio Vigni – ed oggi questa è la crisi più difficile ma se ne può uscire. È sbagliato dire che non c’è speranza”. Il sindacalista ha fatto un preciso riferimento anche a quanto sta accadendo nell’azienda università dove “c’è una situazione di forte crisi. Ci preoccupano molto le ripercussioni che potrebbe avere sull’occupazione”. “La crisi che stiamo attraversando ci propone di cambiare – ha sottolineato il presidente della provincia Ceccherini – di fronte a questa fase di difficoltà occorre rimettersi tutti in discussione. Per questo occorre riprogettare il nostro sistema produttivo. In momenti come questi occorre riflettere su ciò che si è fatto in questi anni”.
Per superare la crisi occorre dunque non stare fermi e pensare che tutto si aggiusti da se. Ma occorre assecondare il cambiamento con scelte molto concrete e chiare.
Come ha fatto la ex Calp, oggi Rcr: l'amministratore delegato D’Ajello ha spiegato come l’azienda colligiana è riuscita a riprendersi diversificando la sua produzione. Non più solo il cristallo, ma anche vetro con una riconversione consistente. “Una grande sfida per la nuova gestione”. Tanto più che il settore a livello generale provoca molti problemi. Ma chi come Rcr si è mosso per tempo può farcela.
Ma uscire dalla crisi comporterà anche sacrifici, ha però avvertito Susanna Camusso. “Ora si stanno ridisegnando gli equilibri del mondo. In questo quadro non è accettabile pensare che l’unica strada per uscire dalla crisi sia quella di caricare tutto sulle spalle di lavoratori a pensionati”.