Dinanzi alle "non proposte" fatte dalla maggioranza, il Capogruppo della Lega ha infine deciso di abbandonare l'Aula in segno di protesta.
INTERVENTO DEL CAPOGRUPPO LEGA NORD TOSCANA, GABOR ROSSI
"Voglio anzitutto prendere atto e criticare, prima di iniziare la mia riflessione, la modalità di stesura della bozza di documento proposto sulla crisi economica nella nostra Provincia. Un documento stilato dalla maggioranza che sostiene Bezzini e che, sicuramente, non accetterà emendamenti, ma che serve solo a dare fumo negli occhi agli ignari cittadini. E' la procedura ad essere sbagliata, oltre che i tempi di convocazione di questo Consiglio Straordinario. In un incontro personale con l'allora Presidente della Provincia, chiedemmo, a febbraio, che nel Consiglio Provinciale si svolgesse un dibattito vero. Un dibattito nel quale fosse presente un economista specializzato e ci fosse una profonda discussione sulle riflessioni fatte dall'IRPET negli anni passati sulla situazione economica della Toscana, in generale, e della nostra Provincia, in particolare.Tutto ciò per poterci confrontare con la coerenza degli strumenti adottati dalla programmazione provinciale di questa Vostra maggioranza. Queste richieste, allora come oggi, sono sempre valide, ma puntualmente i nostri appelli sono rimasti inascoltati. Meglio, per voi, auto incensarsi ed auto lodarsi: ciò è meno faticoso che risolvere i problemi.
La crisi economica che stiamo vivendo è ben peggiore della grande crisi del 1929 perché i fattori che l'hanno determinata sono molteplici e molto più gravi di quelli di allora.
La crisi dei mercati finanziari ha aperto il vaso di pandora ed ora gli stati devono creare nuovi assetti normativi, formulando una nuova disciplina per l'economia, con regole accettate a livello globale.
Infatti abbiamo visto che il mercato internazionale, lasciato a se stesso, può andare incontro a pericolosi fallimenti sia sul piano dell'efficienza che su quello dell'equità.
Dicono che la recessione globale in atto stia finendo, ma si profila una ripresa fragile, usando un termine del Governatore Draghi, siamo ancora "in terra incognita", come dice il Ministro Tremonti e ciò è quanto afferma adesso anche il Fondo Monetario Internazionale.
A causa della crisi che ha colpito i mercati internazionali, i lavoratori sono stati la prima categoria che ne ha risentito e che ne risentirà ancora a lungo.
Come Governo, a livello nazionale, abbiamo fatto molto. Abbiamo fatto in modo che sul territorio nazionale italiano entrasse in vigore il salario minimo, cosa che prima non c'era e che permetteva ad industriali "furbetti" di aprire filiali o sedi in Romania e portare lavoratori di questo paese in Italia al costo locale, esageratamente più basso ed improponibile per sopravvivere nel nostro Paese. Il Governo attuale ha poi rivisto alcuni parametri degli studi di settore, dando un po' di respiro alle categorie economiche coinvolte e tartassate in passato dal binomio Visco – Prodi. C'era bisogno anche di una ridistribuzione più oculata dei fondi per l'innovazione e la ricerca in campo industriale ed il Governo ha provveduto a far sì che d'ora in poi i fondi siano dati dove c'è realmente bisogno e dove veramente siano utilizzati per rendere competitive le industrie, non a pioggia ed indiscriminatamente come è stato fatto fino ad ora. Nei provvedimenti anticrisi del Governo di Lega e PdL, è stato infine previsto uno stanziamento di 34 miliardi di Euro di ammortizzatori sociali. Questi sono fatti inconfutabili, il resto, e lo lascio a voi, sono solo parole.
La tutela delle piccole e medie imprese è fondamentale per uscire dalla crisi, in quanto sono forza motore dell'economia italiana, in generale, e toscana, in particolare. Le imprese familiari conoscono il territorio, sanno cos'è il capitale lavoro e conoscono i mercati locali.
Il mondo produttivo della nostra Provincia ha navigato troppo a vista, in attesa della grande tempesta, per colpa di questa maggioranza che governa la nostra Provincia da molti anni. Senza fare nulla, nonostante il calo dei consumi, i primi segnali di allarme ed i segnali macroeconomici negativi, pubblicati da illustri quotidiani economici e dall'IRPET. Altrove, si dirà, stanno peggio. Forse stanno peggio perché, all'inizio della crisi, avevano a disposizione meno soldi di quelli che ne aveva la Provincia di Siena, anche se, nonostante tutto, nonostante i soldi della Fondazione, il PIL pro capite della Provincia di Siena era ben sotto la media regionale, quando invece il dato occupazione era sempre sopra la media. Era forse un