SIENA. Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui Conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano, ha tenuto una lectio magistralis sul tema “Meno burocrazia e più sviluppo” alla presenza di moltissimi studenti dell’università di Siena, ateneo in cui si è laureato in Scienze Economiche e Bancarie.
La spinta propulsiva del miracolo economico degli anni sessanta e settanta “è finita” secondo l’economista. Lo ha detto rispondendo ad una domanda dei giornalisti. “I dati lo dimostrano – ha aggiunto – sono vent’anni che non cresciamo. L’italiano medio ha lo stesso reddito che aveva vent’anni fa. Non c’era mai stato dal 1961 un ventennio senza crescita. Più ferma di così: si investe poco nella famiglia, nella natalità. Altri paesi fanno di più mentre, il nostro fa pochino. Il problema – ha sottolineato – è che altri paesi non hanno un debito pubblico come il nostro. Ogni anno paghiamo 65 miliardi di interessi”.
Alla domana su cosa pensi della manovra approvata dal governo ha risposto: “Non è una manovra che cambia moltissimo. Il deficit pubblico non cambia rispetto al 2019. C’è un po’ di tassazione che è stata necessaria perché il governo precedente aveva aumentato la spesa con quota cento e il reddito di cittadinanza. E poi ci sono tante piccole misure alcune delle quali entrano in vigore a metà anno o verso la fine dell’anno per cui non c’è un impatto sulle spese immediatamente ma si pensa di trovarle nel 2021. Nella situazione attuale – ha aggiunto – non credo ci fosse spazio per avere un deficit più alto. Si poteva avere forse qualcosa in più come il risparmio sul lato della spesa e il taglio delle tasse”.
“Quello attuale non era l’anno migliore per la riduzione, che è necessaria, del debito pubblico, perche siamo non in recessione ma non cresciamo molto”.
Secondo l’economista “dobbiamo ridurre il rapporto tra debito pubblico e pil. Poi credo che avere più risparmio nella spesa e meno tasse faccia bene all’economia. In realtà, chi può tirare fuori l’Italia dai suoi problemi non è il ministero dell’economia ma il governo nel suo complesso, che deve rendere il nostro paese un posto dove si investe più facilmente riducendo la povertà, la burocrazia (tema della iniziativa di oggi), offrendo servizi che funzionino meglio, ripeto meno tasse e anche una riduzione dell’evasione fiscale. Credo sia una cosa appropriata quella di mettere più enfasi nella lotta all’evasione fiscale. Non si può essere, però, troppo ottimisti e pensare che questa lotta possa avere come risultato effetti immediati”