SIENA. Luciano Cortonesi, capogruppo del Partito democratico in Consiglio comunale a Siena denuncia i costi eccessivi legati alle sedute del Consiglio comunale senese. Di seguito il suo intervento.
“Quattro sedute al mese non consentono di smaltire le tante richieste d’informazioni e di discussione politica che pervengono, prevalentemente, dai banchi dell’opposizione. Quattro giorni di Consiglio nel mese di settembre come prevedibile, non sono serviti a smaltire il lunghissimo elenco di interrogazioni e di mozioni poste all'ordine del giorno del Consiglio comunale. Delle 51 interrogazioni scritte si è potuto dare risposta solo a 26; delle 14 mozioni ne sono state trattate solamente 5, mentre sono 12 gli affari deliberati. Queste quattro sedute prelevano dalle casse dei cittadini circa 45mila euro.
Le cifre descrivono meglio di qualsiasi altra valutazione questa situazione. Una seduta costa 54 euro di gettone di presenza per 40 consiglieri; circa 1.700 euro di riprese Tv; circa 1.200 euro di servizio di verbalizzazione; rimborsi ai datori di lavoro, stimabili in circa 6mila euro. Ogni seduta, quindi, è gravata da circa 11mila euro di costi diretti, ai quali devono aggiungersi quelli indiretti. Da quantificare economicamente, in termini di mancato lavoro svolto, l’attività di dieci assessori, tre addetti della segreteria del Consiglio comunale, un segretario generale, due o tre custodi e vari dirigenti che spesso partecipano ai lavori. Infine, ma forse è il costo indiretto più rilevante, la mancata produttività degli uffici impegnati ai vari livelli a fornire risposte e chiarimenti sulla miriade di interrogazioni e mozioni.
Non voglio ipotizzare scenari futuri nei quali la libertà di espressione e il diritto di fare politica vengano messi in discussione. E’ evidente, però, che la richiesta più volte avanzata dalle minoranze, di aumentare il numero dei consigli non rappresenta la soluzione al proliferare degli argomenti posti in discussione che, talvolta, sembrano stimolati dalla presenza delle telecamere. Si ha l’impressione che il Consiglio comunale sia diventato una specie di agorà politico, dove si discute ad oltranza di tutto, e che il fine ultimo sia proprio questo, in un misto fra manovra ostruzionistica e compiacimento di rivedersi in tv.
Non credo che i cittadini senesi siano contenti di spendere queste somme di denaro per avere risposte su argomenti di amministrazione ordinaria che potrebbero essere date con altri mezzi e canali. Se, poi, esiste un’autentica problematica su cui la città si deve confrontare, questo è impedito dalla ‘lista d’attesa’ che porta ad affrontare gli argomenti a distanza di circa 3-4 mesi dalla loro presentazione. Dovremo aprire un confronto per riportare i lavori del Consiglio in linea con l’attualità della vita cittadina. Tra le prime azioni, segnalo la possibilità di spostare il confronto politico su alcuni temi in altri ambienti cittadini, tramite iniziative politiche, convegni, assemblee pubbliche. Dovremo, poi, ricondurre alcuni argomenti nelle commissioni consiliari, che rappresentano lo strumento istituzionale per l’esame, l’approfondimento e lo studio propedeutico all’espressione del Consiglio, che così potrebbe esprimersi più velocemente. Infine, credo che il diritto dei consiglieri ad avere informazioni sulle varie situazioni di gestione dell’ente, possa essere assolto più precisamente e più velocemente ponendo le richieste direttamente agli assessori delegati tramite lo strumento dell’interrogazione a risposta scritta”.