Convegno sulla Banca al Santa Maria della Scala
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Di Filippo Tozzi
SIENA. Proseguono i convegni a tema della coalizione che sostiene Gabriele Corradi. Oggi (28 aprile) si sono accesi i riflettori su una delle più importanti istituzioni cittadine, il Monte dei Paschi. La discussione ha preso le mosse dalle osservazioni tecniche di Paolo Barrai (analista finanziario che ha seguito la situazione della Banca negli anni scorsi) e Gianluca De Cicco (gestore di fondi e candidato nella Lista per Corradi Sindaco). “Il Monte dei Paschi acquistò Antonveneta in piena crisi economica, pagandola 10 miliardi di euro – ha detto Barrai – Di quella scellerata operazione finanziaria la Banca sta pagando il prezzo adesso. La ricapitalizzazione dei giorni scorsi è stata fatta soltanto per coprire un debito. Se si guardano i legami con il sistema interbancario, si vedono dati interessanti. Dal 2007 ad oggi, i prestiti verso le altre banche sono passati da 10 a 9 miliardi di euro circa. I prestiti presi dalle altre banche, invece, sono volati da 22 a 28 miliardi di euro. E non è finita qui. La crescita pronosticata con il piano industriale 2011-2015 potrà avere luogo soltanto se tornerà a crescere l’Italia nel suo complesso. I vertici della banca hanno scommesso che questo accadrà. Ma chi dice che non abbiano sbagliato nuovamente valutazione come hanno fatto per Antonveneta?”. Sulla stessa falsariga le parole di De Cicco: “Le fondazioni sono enti di diritto privato e quindi dovrebbero essere svincolate dalle logiche partitiche. Qui, invece, si usa la Fondazione per controllare la Banca. E questa gestione è stata caratterizzata dalla totale assenza di criterio finanziario. Infatti, l’unico asset mantenuto dalla Fondazione è stata la partecipazione alla Banca. In finanza, una delle leggi base è la diversificazione degli investimenti. E’ stato trasgredito uno dei principi più elementari. MPS è il terzo gruppo bancario italiano. Ciononostante è utilizzato come strumento per mantenere il potere in città. Ma guardiamo i numeri. La difesa della quota di maggioranza della Fondazione ha portato a bruciare circa 8 miliardi di euro di patrimonio, il che significa una media di 200 milioni di erogazioni annue. Con la gestione attuale, soltanto in un caso la Fondazione ha raggiunto questo traguardo di finanziamento”.
Dopo aver tracciato il quadro tecnico, la parola è passata alla politica. E’ intervenuto anche Bruno Tabacci, parlamentare API. “Per un’istituzione come MPS, la chiusura sterile sul territorio è quanto di più dannoso possa esistere. Questo atteggiamento assomiglia molto alla chiusura identitaria della Lega, che ha come conseguenza quella di farci divenire prigionieri e non più padroni a casa nostra. Se non c’è più distinzione tra Banca e Fondazione, e i due ruoli si sovrappongono, allora ne risulta un freno per l’economia. La dimensione internazionale è nei geni di MPS, fin dalla sua nascita. Negare questa dimensione significherebbe appiattirsi e decadere. I senesi devono aprire gli occhi”.
I lavori sono stati chiusi dal candidato sindaco: “Negli ultimi anni, la Fondazione ha distribuito utili nel territorio. Ma il territorio stesso non è cresciuto come avrebbe potuto. I soldi sono stati usati per amministrare un sistema di clientelismo e per mantenere lo status quo. Per questo, se verrò eletto, voglio cambiare il sistema delle nomine dei rappresentanti comunali in Fondazione. Queste scelte devono essere improntate alla ricerca delle professionalità maggiori. Fino ad oggi si è scelto chi poteva vantare una data appartenenza politica. Ecco perché il piano industriale 2011-2015 fa ridere. Dobbiamo riportare le competenze al vertice, nei ruoli di gestione. E non occorre per forza cercarle all’esterno. Il Monte ha dentro di sé le capacità e la forza per rialzarsi”.
SIENA. Proseguono i convegni a tema della coalizione che sostiene Gabriele Corradi. Oggi (28 aprile) si sono accesi i riflettori su una delle più importanti istituzioni cittadine, il Monte dei Paschi. La discussione ha preso le mosse dalle osservazioni tecniche di Paolo Barrai (analista finanziario che ha seguito la situazione della Banca negli anni scorsi) e Gianluca De Cicco (gestore di fondi e candidato nella Lista per Corradi Sindaco). “Il Monte dei Paschi acquistò Antonveneta in piena crisi economica, pagandola 10 miliardi di euro – ha detto Barrai – Di quella scellerata operazione finanziaria la Banca sta pagando il prezzo adesso. La ricapitalizzazione dei giorni scorsi è stata fatta soltanto per coprire un debito. Se si guardano i legami con il sistema interbancario, si vedono dati interessanti. Dal 2007 ad oggi, i prestiti verso le altre banche sono passati da 10 a 9 miliardi di euro circa. I prestiti presi dalle altre banche, invece, sono volati da 22 a 28 miliardi di euro. E non è finita qui. La crescita pronosticata con il piano industriale 2011-2015 potrà avere luogo soltanto se tornerà a crescere l’Italia nel suo complesso. I vertici della banca hanno scommesso che questo accadrà. Ma chi dice che non abbiano sbagliato nuovamente valutazione come hanno fatto per Antonveneta?”. Sulla stessa falsariga le parole di De Cicco: “Le fondazioni sono enti di diritto privato e quindi dovrebbero essere svincolate dalle logiche partitiche. Qui, invece, si usa la Fondazione per controllare la Banca. E questa gestione è stata caratterizzata dalla totale assenza di criterio finanziario. Infatti, l’unico asset mantenuto dalla Fondazione è stata la partecipazione alla Banca. In finanza, una delle leggi base è la diversificazione degli investimenti. E’ stato trasgredito uno dei principi più elementari. MPS è il terzo gruppo bancario italiano. Ciononostante è utilizzato come strumento per mantenere il potere in città. Ma guardiamo i numeri. La difesa della quota di maggioranza della Fondazione ha portato a bruciare circa 8 miliardi di euro di patrimonio, il che significa una media di 200 milioni di erogazioni annue. Con la gestione attuale, soltanto in un caso la Fondazione ha raggiunto questo traguardo di finanziamento”.
Dopo aver tracciato il quadro tecnico, la parola è passata alla politica. E’ intervenuto anche Bruno Tabacci, parlamentare API. “Per un’istituzione come MPS, la chiusura sterile sul territorio è quanto di più dannoso possa esistere. Questo atteggiamento assomiglia molto alla chiusura identitaria della Lega, che ha come conseguenza quella di farci divenire prigionieri e non più padroni a casa nostra. Se non c’è più distinzione tra Banca e Fondazione, e i due ruoli si sovrappongono, allora ne risulta un freno per l’economia. La dimensione internazionale è nei geni di MPS, fin dalla sua nascita. Negare questa dimensione significherebbe appiattirsi e decadere. I senesi devono aprire gli occhi”.
I lavori sono stati chiusi dal candidato sindaco: “Negli ultimi anni, la Fondazione ha distribuito utili nel territorio. Ma il territorio stesso non è cresciuto come avrebbe potuto. I soldi sono stati usati per amministrare un sistema di clientelismo e per mantenere lo status quo. Per questo, se verrò eletto, voglio cambiare il sistema delle nomine dei rappresentanti comunali in Fondazione. Queste scelte devono essere improntate alla ricerca delle professionalità maggiori. Fino ad oggi si è scelto chi poteva vantare una data appartenenza politica. Ecco perché il piano industriale 2011-2015 fa ridere. Dobbiamo riportare le competenze al vertice, nei ruoli di gestione. E non occorre per forza cercarle all’esterno. Il Monte ha dentro di sé le capacità e la forza per rialzarsi”.
Foto di Corrado De Serio