SIENA. Dal gruppo consiliare del Pd riceviamo e pubblichiamo.
“Nonostante la disponibilità con le altre minoranze consiliari a collaborare per migliorare l’esperienza delle consule territoriali, il consiglio comunale le ha inesorabilmente cancellate nel consiglio prima di Natale.
Quanto meno siamo riusciti in tutti a far fare per adesso un passo indietro alla maggioranza sul vero punto di caduta di questa manovra, ovvero la sostituzione dei rappresentati delle consulte territoriali eletti direttamente dai cittadini con i consiglieri delegati, che, nel confronto con la cittadinanza, rischia di confondersi con quello degli assessori, producendo un conflitto permanente di interesse tra la proposta amministrativa del consigliere delegato raccolta nelle assemblee e gli atti di programmazione e di bilancio che lo stesso consigliere andrà poi a votare. Con una chiara tentazione di introdurre un decentramento politico non a favore dei cittadini, ma delle loro rappresentanze.
E questo va ad aggiungersi agli altri segnali negativi di questi ultimi mesi sul valore della partecipazione e della cittadinanza attiva. Quando il Comune, ad esempio, unico capoluogo in Toscana con Massa, non ha aderito all’appello dell’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia (ANCI) per la raccolta delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per l’introduzione obbligatoria dell’educazione di cittadinanza in tutte le scuole. C’è poi voluta addirittura un’interrogazione della stessa maggioranza per comprendere la possibilità da parte delle commissioni consiliari di essere aperte, in quanto pubbliche, ai cittadini. Ed ora, anche le consulte territoriali con l’elezione diretta sono state abolite. Naturalmente, anche il progetto delle consulte territoriali, come ogni strumento che voglia coinvolgere direttamente i cittadini nelle scelte sulla Città, era migliorabile, ma rappresentava comunque l’approdo di un processo critico per accrescere la relazione tra amministrazione e cittadini, per interpretare la dinamicità della cittadinanza in uno dei periodi di crisi più lunghi nella storia.
Per la vocazione democratica e popolare della nostra cultura politica non faremo mai mancare il nostro contributo, insieme a quello delle minoranze, su questi temi, ma non comprendiamo perché anche un progetto dalle buone intenzioni non vada bene solo perché è venuto da questa parte. Così, è davvero difficile portare un contributo costruttivo per il bene ed il progresso della città, in unCconsiglio comunale dove talvolta è complicato anche solo essere ascoltati con attenzione”.