Il futuro della banca senese in discussione mercoledì, 24 febbraio. "Fratelli d’Italia chiede un rinvio almeno biennale della privatizzazione. Hanno ragione"
SIENA. Finalmente – salvo ripensamenti … – mercoledì 24 febbraio il Consiglio regionale dedicherà parte dei suoi lavori al tema del futuro del Monte dei Paschi di Siena. Dopo mesi, l’assemblea legislativa regionale, massimo organo di rappresentanza istituzionale della comunità toscana, discuterà della sorte dell’ultima banca di standing nazionale presente sul territorio.
Fuori dalla boutade di una “nuova Banca Toscana”, quale sia il pensiero della Regione lo dovremo apprendere seguendo in streaming i lavori del Consiglio di mercoledì. Ad ora conosciamo solo il pensiero di Fratelli d’Italia, l’unico a depositare uno specifico atto di indirizzo.
È assurdo che le forze di governo arrivino a questo appuntamento, così a lungo rimandato, senza una posizione pubblica chiara. Eppure, il cambio di Governo e soprattutto il nuovo Premier, il cui apprezzamento internazionale ha aperto un credito rilevante all’Italia presso le principali cancellerie, dovrebbero spingere ad osare ogni tentativo per salvare la “toscanità” del Monte.
Se non vi è un’idea altra rispetto al regalo della banca senese ad Unicredit – apparecchiato da Padoan e Gualtieri – speriamo almeno ci sia la voglia di ascoltare chi, invece, raccomanda un’altra strada.
Fratelli d’Italia chiede un rinvio almeno biennale della privatizzazione. Hanno ragione. Non solo perché l’attuale contesto di mercato non offre, causa Pandemia, prospettive diverse fra cui scegliere, nell’interesse della Banca, dei suoi correntisti, del territorio. Ma perché, ad oggi, lo Stato azionista (comunque prigioniero di quel “flottante” numericamente marginale ma che condiziona pesantemente il prezzo delle azioni. Un errore clamoroso, averlo lasciato in campo, che qualcuno prima o poi dovrà spiegare…) ha dimostrato di non saper creare valore.
Oggi pretendere il rinvio della privatizzazione diventa un fatto naturale, dunque. Perché il nuovo Governo possa dimostrare, rispetto ai precedenti esercenti il ruolo di azionisti del MPS, di essere in grado di creare valore. Perché l’autorevolezza di chi ha governato la BCE (avendo prima governato la Banca d’Italia quando questa ha sostenuto l’acquisizione da parte di Siena di Antonveneta) ha il suo peso nei consessi comunitari. Perché, rispetto a quando si è concordato la “deadline” del 31 dicembre 2021, il mondo è purtroppo cambiato.
Si è fatto un governo col sostegno di tutti, mettendo insieme, come si suol dire, il diavolo con l’acqua santa.
A Fratelli d’Italia dobbiamo riconoscere di aver formalizzato la richiesta al Consiglio regionale dell’unica soluzione indispensabile in questo momento.
Speriamo che il 24 febbraio parta un percorso. E non si esaurisca, invece, nell’ennesima sceneggiata.
Associazione Confronti – Siena