"Ad oggi il quadro programmatorio regionale dovrebbe essere quello del piano sanitario e sociale Integrato regionale 2018 – 2020, risalente al 2019, a prima della pandemia. Un’era fa…."
SIENA. La “spending review” che la Regione Toscana sta chiedendo alla sanità – 300 milioni per il 2022 – non sarebbe, di per se’, una “bestemmia”. Se alle spalle avesse una programmazione certa di medio periodo. Che, invece, è quella che, palesemente, manca.
Federico Gelli, neo direttore della sanità regionale, è politico esperto: sa, certamente, che questo è il vizio che indebolisce, sul nascere, il suo necessario tentativo di far quadrare i conti.
Non si può pensare, infatti, di riorganizzare la revisione della spesa e la necessaria riorganizzazione dell’offerta sanitaria post Covid senza un quadro programmatorio serio e, per quanto possibile, condiviso, dai territori, dagli operatori, dagli utenti.
Ma questa è la situazione: quella di una Regione che, da anni, non ha più un piano sanitario degno di questo nome, e comunque anche minimamente in linea con le caratteristiche che la riforma De Lorenzo aveva dato a questo fondamentale strumento di programmazione.
Ad oggi il quadro programmatorio regionale dovrebbe essere quello del piano sanitario e sociale Integrato regionale 2018 – 2020, risalente al 2019, a prima della pandemia. Un’era fa….
Un documento (che è pubblico, dunque da tutti leggibile) dove, peraltro, si fatica a rintracciare la misurabilità degli obiettivi e della qualità del servizio sanitario. Senza la quale è difficile organizzare la spesa.
Dei 300 milioni da ‘tagliare’, 50 sono nell’area vasta sud-est (le forbici nelle mani del direttore D’Urso), e 10-20 nella spesa di ciascuna azienda ospedaliero-universitaria (Barretta).
Solo una programmazione regionale trasparente e costruita nel confronto con gli attori del sistema e con il sistema delle autonomie locali può rendere coerenti i tagli con la necessaria efficacia e adeguatezza del sistema di assistenza. Sistema che vale – di spesa corrente annuale – 7,9 miliardi di euro. E che in termini di adeguatezza deve recuperare i ritardi maturati in questi due anni di Covid.
L’appello, dunque, all’Assessore Bezzini perché presenti al Consiglio regionale un documento di programmazione attendibile e concreto. Soprattutto, è necessario che lo si presenti presto.
Associazione Confronti