"Bersani deve sapere in che guaio è stato cacciato"
“Da notizie di stampa – spiega l’associazione – si apprende che esistono quattro mesi di intercettazioni con telefonate tra il segretario del Pd di Siena, Franco Ceccuzzi, e il presidente della Banca Mps, Giuseppe Mussari. Indiscrezioni giornalistiche riferiscono di telefonate ‘compromettenti’. In considerazione dei fatti venuti alla luce nella gestione della Banca e nel rapporto con la politica deviata, è opportuno che tutte le telefonate siano rese pubbliche, per un dovere di trasparenza e di verità nei confronti dei senesi, dei dipendenti della Banca e dei risparmiatori. Il Pd deve dimostrare ai cittadini di non avere paura della verità, perciò ha ora il dovere di andare fino in fondo e chiedere che tutte le chiamate siano pubblicate, onde rendere consapevole anche Bersani in quale tramaglio la Banda Ceccuzzi l’ha cacciato”.
“Secondo quanto riferito – prosegue ancora ‘Confronti’ – dalle telefonate emergerebbe addirittura una trama tra Ceccuzzi e Mussari contro esponenti fondatori dello stesso Partito democratico. Una vicenda che ha profili di gravità evidenti a tutti, per l’intreccio che emergerebbe tra chi rappresentava il Pd e la banca. Non è il momento che il collegio dei garanti del Pd, presieduto dal prof. Luigi Berlinguer, avvii le dovute verifiche e si azzardi a fare chiarezza?”.
MPS e l’azione di responsabilità
“La decisione del Cda Mps di procedere con le azioni di responsabilità sugli ex vertici è positiva, anche se arriva tardivamente. Già da tempo avevamo indicato questa strada come l’unica percorribile. Ora si proceda alla revoca del contratto di acquisto di Antonveneta”.
“Ora la Fondazione ha il dovere – prosegue ‘Confronti’ – di procedere con l’annullamento del contratto di acquisto della partecipazione di Banca Antonveneta, deciso nel 2007. All’epoca, infatti, la Fondazione Mps non era in regola con la Legge Ciampi sulle fondazioni, quindi tutti gli atti decisi sono da considerarsi nulli, compreso il salasso per l’acquisto della banca padovana, appreso dagli organi amministrativi della Fondazione Mps a cose fatte”.
“Dopo gli annunci e con diversi mesi di ritardo – prosegue l’associazione senese – il Consiglio di amministrazione di Mps, dopo l’arrivo delle prime iniziative della magistratura, inizia a fare chiarezza su chi in passato ha gestito la Banca. Emerge tra l’altro, anche dalle indagini giudiziarie, un intreccio forte con una parte della politica senese. E’ lecito attendersi che ora anche gli organi di garanzia del Partito democratico, a partire dal presidente del Collegio dei garanti Luigi Berlinguer, si muovano per verificare quanto è accaduto”.