SIENA. Dall’associazione Confronti roceviamo e pubblichiamo.
“Il 2023 dei toscani si chiude con l’aumento delle tasse imposto dal governatore Giani per – come lui sostiene – salvare il livello della sanità toscana. Al cui bilancio, da quando lui è presidente, mancano strutturalmente trecento milioni di euro. Che lui pensava di colmare rivendicando le famigerate risorse della legge sul payback dei dispositivi medici, sulla cui legittimità si pronuncerà la Corte Costituzionale. Soldi che dovevano ‘premiare’ lo sforamento negli acquisti della Toscana rispetto alla programmazione. Sforamento che, francamente, non pare un grande esempio di eccellente gestione sanitaria!
Dal 2020 i conti della sanità sono in sofferenza. E il livello dell’assistenza è costantemente in calo. Appellarsi, come fa il presidente Giani, ai risultati delle indagini sugli esiti delle prestazioni, per dire che poi tutto non va così male, non aiuta i cittadini a vedersi riconosciuto il diritto a quelle stesse prestazioni in tempi ragionevoli e, possibilmente, vicino a casa.
Si ha la sensazione che, diradate le nubi del Covid come fattore di pressione straordinaria sul nostro modello di sanità, il “re sia nudo”: in Toscana non esiste più governo della sanità.
La necessaria riorganizzazione funzionale degli ospedali periferici, strada obbligata da più invocata, non diventi però la scusa per depauperare i policlinici universitari di ruolo e funzioni, per farli diventare il luogo delle prestazioni a bassa complessità espunte dai presidi territoriali. Un rischio palese a Siena, dove l’integrazione Le Scotte – Ausl ci pare, per ora, soltanto a beneficio di quest’ultima.
Crediamo che ci sia molto da lavorare. Perché troppo poco si è fatto in questo ultimo triennio.
E allora vorremmo parole chiare, dalla Regione, sulla strada da intraprendere per riportare la sanità toscana ad essere pronta a dare tempestivamente risposte eccellenti ai cittadini. Obiettivo non rimandabile, visto il salasso imposto alle tasche di un ceto medio già impoverito.
Parole che vorremmo non da Giani, sempre molto prodigo in dichiarazioni varie, che poco però ci dicono. Ma, magari dall’assessore Bezzini, titolare della responsabilità politica sulla materia.
Parole che ci parrebbero utili (tanto) anche per lui. A cui consigliamo di scrollarsi di dosso la veste del “cireneo”, che in questa situazione di oggettiva criticità, a Firenze, gli stanno cucendo addosso. Nell’assordante silenzio di Siena”.