L'Associazione presenta ricorso contro i candidati alle primarie nazionali
SIENA. “Abbiamo presentato un ricorso urgente alla commissione di garanzia regionale per chiedere di annullare la delibera della direzione territoriale del PD di Siena del 23 dicembre 2012 dove sono state approvate le candidature per partecipare alle primarie per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana perché nessuno ha le 500 firme necessarie richieste dal regolamento nazionale”. E’ quanto dichiara l’associazione Confronti di Siena che aggiunge: “Le regole rappresentano norme attraverso le quali si organizza e si tiene assieme una comunità. Le regole devono essere certe, trasparenti e uguali per tutti. Il PD di Siena non ha regole certe e trasparenti. Piuttosto usa le regole per escludere e limitare la partecipazione applicando in modo diverso da persona a persona norme e regolamenti. Forse per paura di perdere? E poi, non era il centrodestra che usava le regole “ad personam”. Ormai sembra che a Siena il Pd sia più attento a dividere che a unire. E lo fa usando uno strumento così importante come le primarie. Non è un caso che proprio alla vigilia di importanti scelte elettorali, dalle primarie per i parlamentari a quelle per la selezione del Sindaco di Siena, importanti e rappresentativi pezzi del PD senese, come l’ex Sindaco Cenni, abbiano deciso di abbandonare il Pd perché non condividono le forzature che Ceccuzzi continua a fare. Forzature ripetute anche nella decisione dei candidati alla primarie per il parlamento. Crediamo che se il PD vuole vincere a Siena deve tornare ad aggregare e mettere assieme. E l’ex Sindaco Ceccuzzi ha già dimostrato di non essere la persona adatta per farlo. Crediamo che anche dopo la vittoria di Matteo Renzi a Siena la classe dirigente del PD senese ha il dovere di chiede a Ceccuzzi un deciso passo indietro”.
Nel ricorso presentato ai garanti regionali l’Associazione Confronti di Siena contesta che, per candidarsi, il regolamento nazionale prescriveva la necessità di presentare ogni candidatura accompagnata da 500 firme e nessuno di coloro che si sono presentati aveva il numero di firme necessarie. Nel testo del ricorso urgente si legge: “il regolamento per le candidature al parlamento per le elezioni politiche 2013 del PD all?articolo 4, comma 2, lettera a, recita che le/gli iscritte/i e le /gli elettrici/ori del PD, che abbiano raccolto e depositato presso la Direzione provinciale un numero di firme pari al 5% – e comunque non meno di 50 e non più di 500- degli iscritti PD 2011, in almeno 3 circoli, in quell’ambito provinciale possono candidarsi alle primarie del PD per partecipare alle primarie per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana”. E aggiunge: “in data 23 dicembre 2012 la direzione territoriale del PD di Siena è stata convocata per esaminare le candidature per partecipare alle primarie per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana. Le candidature presentate, con le relative firme sono quelle di Susanna Cenni, parlamentare uscente che non necessita di firme come stabilito dal regolamento nazionale, Alessandro Starnini, 398 firme, Paolo Rappuoli, 359 firme, Luigi Dallai 225 firme, Sofia Barneschi, con un numero di firme di poco superiore a 100 e Graziano Becchetti, senza alcuna firma”.
“Dai numeri è chiaro che nessuno dei candidati aveva il numero necessario di firme prescritto dal regolamento nazionale e dunque, secondo le regole che il PD si è dato, nessuno può partecipare alle primarie del PD per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana. Sembra – aggiungono da Confronti – che il PD si dia delle regole e poi, sulla base delle convenienze, decida se applicarle oppure no. E’ un modo di fare che non condividiamo, teso ad escludere e limitare la partecipazione. Intendiamo difendere e affermare le regole a garanzia di tutti gli iscritti e i cittadini”.
Nel ricorso presentato ai garanti regionali l’Associazione Confronti di Siena contesta che, per candidarsi, il regolamento nazionale prescriveva la necessità di presentare ogni candidatura accompagnata da 500 firme e nessuno di coloro che si sono presentati aveva il numero di firme necessarie. Nel testo del ricorso urgente si legge: “il regolamento per le candidature al parlamento per le elezioni politiche 2013 del PD all?articolo 4, comma 2, lettera a, recita che le/gli iscritte/i e le /gli elettrici/ori del PD, che abbiano raccolto e depositato presso la Direzione provinciale un numero di firme pari al 5% – e comunque non meno di 50 e non più di 500- degli iscritti PD 2011, in almeno 3 circoli, in quell’ambito provinciale possono candidarsi alle primarie del PD per partecipare alle primarie per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana”. E aggiunge: “in data 23 dicembre 2012 la direzione territoriale del PD di Siena è stata convocata per esaminare le candidature per partecipare alle primarie per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana. Le candidature presentate, con le relative firme sono quelle di Susanna Cenni, parlamentare uscente che non necessita di firme come stabilito dal regolamento nazionale, Alessandro Starnini, 398 firme, Paolo Rappuoli, 359 firme, Luigi Dallai 225 firme, Sofia Barneschi, con un numero di firme di poco superiore a 100 e Graziano Becchetti, senza alcuna firma”.
“Dai numeri è chiaro che nessuno dei candidati aveva il numero necessario di firme prescritto dal regolamento nazionale e dunque, secondo le regole che il PD si è dato, nessuno può partecipare alle primarie del PD per la selezione dei candidati alle prossime elezioni politiche che formeranno le liste del Partito Democratico in Toscana. Sembra – aggiungono da Confronti – che il PD si dia delle regole e poi, sulla base delle convenienze, decida se applicarle oppure no. E’ un modo di fare che non condividiamo, teso ad escludere e limitare la partecipazione. Intendiamo difendere e affermare le regole a garanzia di tutti gli iscritti e i cittadini”.