SIENA. Il Governo ha deciso di fatto di non sostenere le imprese escludendole dal taglio degli oneri di sistema, riservandolo infatti solo a potenze entro 16,5 kW. Questa norma della Legge di Bilancio si configura quindi come un ulteriore difficoltà alle imprese piccole e medie, che costituiscono lo scheletro economico del nostro Paese. Gli oneri di sistema per le piccole e medie imprese, il cui peso in bolletta dipende dall’andamento della componente energia e che sono arrivati ad incidere per il 40%, con lo scenario attuale potrebbero portare ad un incremento dei costi energetici del 10%. Dall’inizio della crisi energetica gli oneri erano stati ridotti dalla seconda metà del 2021 ed azzerati da gennaio 2022. Escludere le utenze sopra i 16,5 kW dalla prosecuzione dell’azzeramento è discriminatorio e colpisce direttamente le piccole e medie imprese. A livello nazionale, Confindustria ha lanciato una campagna sui social con l’hashtag #EnergiaAlleImprese, per chiedere il taglio dei costi a beneficio di quelle realtà con utenze energetiche superiori a 16,5 kW.
“Se spegni le piccole medie industrie, spegni l’Italia che produce sostiene il presidente della Piccola Industria di Confindustria Toscana Sud Dario Bonauguri -. Questa previsione rischia di schiacciare il numero più grande delle imprese italiane: le medio piccole. Il vero motore diffuso del nostro paese rischia di bloccarsi. Dopo la pandemia, il caro prezzi delle materie prime, il costo dell’energia, il mancato aiuto alle imprese rappresenta un ulteriore ostacolo alla ripresa.”