L'Associazione Vittime del Salvabanche: "Con questa sentenza si conferma quello per cui abbiamo lottato dagli albori della vicenda: Banca gestita da un management criminale"
FIRENZE. Processo Banca Etruria: un primo atto di giustizia è stato fatto. Il gup del tribunale di Arezzo ha accolto tutte le richieste dell’accusa e, nel processo per il filone della bancarotta dell’ex Banca Etruria, ha condannato con rito abbreviato, a 5 anni l’ex presidente Giuseppe Fornasari e l’ex direttore generale Luca Bronchi, e persino a due anni e 6 mesi l’ex vicepresidente Alfredo Berni e un anno e 6 mesi l’ex consigliere Rossano Soldini. Tutto come chiesto dai pm. Per il giudice, quindi, ci fu bancarotta e nel caso di Fornasari, Bronchi e Berni fu fraudolenta. Ci aspettavamo forse più comprensione per chi aveva avuto il coraggio di contestare la gestione spericolata all’epoca di Fornasari, Berni e Soldini, che arrivò ad accusare persino in Banca d’Italia.
Un plauso da parte della nostra Associazione va anche al Procuratore Rossi, che ha condotto un’inchiesta non certo facile e molto spinosa. Con questa sentenza si conferma quello per cui abbiamo lottato fin dagli albori di questa vicenda: la Banca era gestita da un management criminale, che continuava a curare esclusivamente il proprio interesse mentre la banca cumulava perdite da capogiro cumulate per colpa di prestiti concessi con leggerezza e senza alcuna lungimiranza, oltre che in pieno conflitto di interessi. E quando infine si doveva mascherare lo stato di dissesto di fronte ad un’autorità di vigilanza arrivata tardi e male, si decideva di “scaricare” questa gestione scellerata sui clienti, con la vendita indiscriminata dei bond subordinati. Tanto che il Giudice ha riconosciuto ai risparmiatori il diritto a far valere il danno morale subito in questa vicenda.
Letizia Giorgianni
Associazione Vittime del Salvabanche