Lo chiedono Sabatini, Trapassi, Falorni, Bianchini e Corsi
SIENA. Il Parlamento italiano si appresta ad approvare in via definitiva il CETA, il trattato di libero scambio fra Canada e Unione Europea. Si tratta di un trattato capestro per l’Italia, e più che mai per la provincia di Siena, con prevedibili conseguenze negative per diversi nostri prodotti alimentari di prestigio e per l’economia provinciale in generale.
Solo a titolo di esempio, va ricordato che resteranno esclusi da ogni forma di tutela prodotti come il maiale di cinta senese, la finocchiona, l’olio delle nostre campagne, la castagna dell’Amiata, lo zafferano di San Gimignano e perfino il panforte di Siena. Gravi le implicazioni sul piano sanitario, in quanto c’è il rischio di ingerire alimenti trattati con prodotti fitosanitari che in Italia sono vietati da decenni, perché ritenuti cancerogeni. Sarebbe quindi del tutto inutile e contraddittorio vietare questi prodotti nocivi in Italia, se poi se ne consente la libera importazione, per giunta difficilmente riconoscibile dai consumatori.
Invitiamo pertanto il Comune di Siena ad ascoltare e farsi interprete delle proteste che arrivano da tante associazioni di categoria, e ad attivarsi in tutte le forme possibili per bloccare il trattato CETA con il Canada, perfetto esempio di malintesa globalizzazione, ed accordo al ribasso a scapito della qualità dei prodotti e della tutela dei consumatori.
Laura Sabatini, Alessandro Trapassi, Marco Falorni, Massimo Bianchini e Andrea Corsi