SIENA. Ieri a Siena c’è stato il primo incontro per costituire un comitato locale per sostenere il progetto di Nicola Zingaretti, in vista della due giorni di Roma: 13-14 ottobre, “Piazza Grande” presso i locali della ex Dogana. Circa 40 persone, fra iscritti al PD, ex ed altri con provenienze diverse, sono stati semplicemente i primi a manifestare interesse per un progetto che sarà più chiaro da domenica, dopo una discussione articolata per gruppi di lavoro e l’intervento conclusivo di Zingaretti. Già oggi, attraverso il sito di Piazza Grande, si possono leggere i primi propositi ed eventualmente iscriversi per tenersi in contatto. Siena è fra le città dove il PD è andato più in difficoltà, ma c’è ancora un grande potenziale di donne ed uomini che non desiste e sente il bisogno di una nuova fase di partecipazione che su lavoro, fisco, legalità, servizi pubblici, immigrazione, giustizia sociale, democrazia, rapporto con l’Europa, ecc. dia risposte nuove e diverse dalle politiche contraddittorie e rischiose dell’attuale Governo. Il modo con cui è stato finora guidato il PD, ma vale per tutta la sinistra, ha allontanato tanti elettori e diviso in correnti, spesso più intente a farsi la guerra interna che a seminare all’esterno. Nicola Zingaretti può essere il riferimento nuovo ed autorevole di un vasto processo di riattivazione popolare dove si sentano rappresentati strati sociali e territori che si sono rivolti ai 5 Stelle ed alla Lega per la mancanza di alternative credibili. Perché alle loro paure ed alle loro attese, Di Maio e Salvini hanno fornito una risposta chiara, intrisa di risentimento ed assistenzialismo, ma chiara. Ora iniziano ad emergere le contraddizioni delle loro politiche, ma i sondaggi li premiano soprattutto per l’inconsistenza di chi dovrebbe fare opposizione e proposte alternative e convincenti. L’errore peggiore che potremmo fare sarebbe quello di ripetere ossessivamente che in realtà abbiamo lavorato bene, ma non ci hanno capito e per questo c’è bisogno di una svolta radicale nelle facce e nelle proposte. In Toscana ci sarà già un primo appuntamento con la scelta del segretario regionale, domenica 14 ottobre, e nonostante il valore intrinseco dell’europarlamentare Simona Bonafe’, la sua elezione sarebbe di fatto la beffarda riproposizione di uno schema e di una squadra che dopo una stagione indubbia di successi ha inanellato una serie impressionante di sconfitte, Siena compresa. Il messaggio all’esterno sarebbe a mio parere devastante perché non mostrerebbe ai cittadini che il PD ha imparato dai propri errori e potrebbe isolarci ancora di più per le prossime sfide amministrative, dove invece abbiamo bisogno di aprirci e ritrovare collegamenti sociali ed alleanze politiche finora clamorosamente mancanti. Non tutto mi convince della proposta di Valerio Fabiani, a cui chiedo soprattutto di non chiudersi in un recinto ideologico fuori del tempo, ma non ho dubbi che la sua vittoria rappresenterebbe un punto di svolta su cui rifondare nuove speranze ed entusiasmo. Ad ogni modo, ieri è stato un primo incontro, senza nessuna pretesa di primogenitura o gerarchie interne, di persone di buona volontà che vogliono reagire contro chi sta dividendo l’Italia e l’Italia contro l’Europa, che aizza contro i nemici politici e sta facendo correre rischi gravissimi al nostro Paese. Da lunedì avremo tutti maggiori informazioni e potremo dare vita ad una nuova fase costitutiva che cambi un PD ed una politica che hanno finora lasciato campo libero ad altri, che seppur evidentemente inadeguati, hanno saputo interpretare meglio i bisogni degli italiani.