L'idea: "Dalla città delle rendite alla città produttrice"
Le rendite, così tenacemente difese, sono terminate. Il patrimonio che le produceva è stato saccheggiato da una lobby di potere. Con esso cessano le fortune di un comune che deve fronteggiare un debito inverosimile (circa 6000 euro per abitante), considerando i fiumi di denaro di cui ha goduto (circa 280 milioni di euro in 10 anni); si ridimensiona un ospedale con gravi problemi di bilancio; diminuisce l’appetibilità di una università con gravi squilibri finanziari. E così migliaia di dipendenti del Monte dei Paschi assistono al progressivo smantellamento della propria azienda; centinaia di dipendenti delle cooperative nate e cresciute in ambito comunale rischiano molto seriamente il posto di lavoro; imprese e famiglie –vessate dalle imposte e aliquote locali più alte in Italia- non possono contare, ormai da alcuni anni, su un interlocutore bancario capace di rispondere alle loro esigenze; le attività di commercianti, artigiani, professionisti e lavoratori autonomi pagano la doppia crisi nazionale e locale, mentre la redditività e il valore degli immobili precipitano.
Per fermare il declino, Siena deve tornare ad essere un luogo di produzione della ricchezza. Questo difficile processo -ancora più arduo per una città da tempo adagiata a gestire rendite- potrà essere avviato solo se verranno scongiurati due scenari. Il primo è il perpetuarsi dell’avvilente spettacolo andato in scena fin dall’insediamento del consiglio comunale: ci riferiamo all’incapacità di trovare una sintesi su alcun tema importante e al rifiorire continuo di tatticismi da quattro soldi, che oltre ad essere dannosi appaiono persino grotteschi. Il secondo è l’avvento di un altro periodo commissariale, che farebbe perdere alla città ulteriore tempo.
Il percorso che proponiamo prevede le seguenti tappe.
· Un’operazione verità sui conti del comune: individuare a quali soggetti sono ascrivibili i rilievi emersi nel corso dell’ispezione condotta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze; verificare se si sia trattato di dolo, di incompetenza o di inadeguatezza delle procedure interne ed agire di conseguenza con i provvedimenti opportuni.
· Forte riduzione dei costi di gestione delle società partecipate attraverso lo snellimento dei consigli di amministrazione.
· Ricognizione e valutazione degli asset comunali e affidamento ad un advisor privato -remunerato per obiettivi- di un piano di dismissione di quelli non redditizi e di riduzione generale dei costi. I ricavi dovranno essere dedicati alla riduzione del debito del comune.
· Vendita totale della partecipazione della Fondazione in Banca MPS e drastico ridimensionamento dei suoi organi e delle sue strutture, con l’obiettivo di salvare la Fondazione stessa e tornare a garantire (pur minime) erogazioni.
· Revisione dei regolamenti comunali e delle procedure amministrative per semplificare gli adempimenti di cittadini e imprese nei confronti del comune.
· Impegno amministrativo centrato ad attrarre investimenti privati necessari allo sviluppo di attività produttive.
Invitiamo il Sindaco -espressione diretta dell’istituzione e del voto degli elettori- ad agire in modo pragmatico, coraggioso e includente. In particolare gli chiediamo:
· di proporre al consiglio comunale –attraverso un atto di indirizzo- la condivisione degli obiettivi qui esposti;
· di ricomporre la giunta in base alle competenze professionali ed amministrative necessarie per il perseguimento degli obiettivi.
Nell’epoca in cui di nuovo l’Italia è assediata dai frutti dei suoi vizi, Siena – esempio cristallino di tale fenomeno – ha l’occasione e la necessità assoluta di ritracciare il proprio cammino, giunto davanti ad un invalicabile e robustissimo muro.