Il Partito Pirata di Siena ironizza: "Metà bambini a casa. Come con le targhe alterne"
SIENA. Da SienaPirata, Circolo Dennis Ritchie, riceviamo e pubblichiamo.
“Basta classi pollaio!” si sente strillare da tutte le parti. Giusto, bene. Ce ne accorgiamo solo adesso che le classi delle scuole frequentate dai nostri figli sono troppo numerose? Che gli insegnanti hanno spesso da -appunto!- insegnare e gestire un numero esagerato di bambini? Ci sono classi delle scuole materne, dove i bambini hanno particolare bisogno di essere seguiti per intraprendere correttamente i loro primi passi nel fantastico mondo dell’istruzione scolastica, che contano anche 25-27 alunni!
Eccezionale (facendo dell’ironia su una questione che sta assumendo contorni decisamente drammatici) la soluzione proposta: metà degli alunni restino a casa. Certo. Come per le auto quando l’inquinamento supera i giorni di guardia: le targhe dispari a casa!
Come faranno a scegliere chi dovrà stare a casa e chi, invece, potrà beneficiare dell’accesso agli edifici scolastici? Cognomi pari a casa, i dispari a scuola? Un giorno i maschi, l’altro le femmine? A casa i ricchi e a scuola i poveri? I biondi in classe, i mori in salotto? Per chi resta a casa, poi, quale è lo strumento di insegnamento? Il PC, il tablet? E per chi non ha connessione a Internet? E per i bimbi più piccoli, che certo non possono stare davanti a un tablet per 5-6 ore? Scusate, ma non possiamo resistere nel ridicolizzare questa ipotesi, che giunge dopo mesi che i nostri figli sono stati letteralmente abbandonati a casa. Chiusura improvvisa delle scuole e nessuna soluzione all’orizzonte. L’istruzione è ancora un valore primario per la nostra società, il nostro Paese, oppure sta diventando un “fastidioso” benefit riservato sempre di più a chi può permettersi scuole private, PC e connessione a Internet?
Dove sono i fondi per l’edilizia scolastica, per la formazione e gli stipendi degli insegnanti, per gli ausili e dotazioni necessarie a garantire ai nostri figli l’istruzione che possa permettergli di essere Cittadini con la “C” maiuscola?
La scuola rappresenta il motore su cui costruire il futuro del nostro Paese. In questa situazione, con queste prospettive, quale futuro possiamo aspettarci? Troviamo ridicolo e avvilente che, nel 2020, ancora non sia stato possibile trovare una soluzione strutturale a un problema atavico come quello del sovraffollamento delle classi. Che certamente non si potrà risolvere lasciando a casa metà studenti”.