"Il sindaco Valentini impone un'opera inutile ai cittadini che toglierà la sicurezza alle loro proprietà"
SIENA. Il concetto di partecipazione deve essere sfuggito, e non poco, al nostro sindaco al punto che nel progetto del “Parco del Buongoverno” e specificatamente nella realizzazione di un percorso ciclo pedonale che insisterebbe esclusivamente su proprietà private, senza alcun preliminare confronto con i proprietari e senza valutare altre alternative più idonee e pubblicamente utili, ha del tutto ignorato le istanze dei residenti. Una corposa raccolta di firme contrarie al progetto e l’aperta protesta dei proprietari a cui dovrebbero essere espropriati i terreni per la realizzazione della pista ciclopedonale, ne sono la prova tangibile.
Tutto ha avuto inizio a febbraio quando i proprietari si sono trovati in casa le ruspe del consorzio di bonifica fossi, senza alcuna comunicazione ufficiale. A fronte di tale evento i proprietari hanno un incontro, con la Consulta territoriale dei cittadini di Ravacciano dove hanno rappresentato le loro motivate istanze contrarie al progetto di realizzazione di una pista ciclopedonale che dovrebbe collegare viale Toselli (punto di partenza la strada di Busseto) alla valle di Follonica e all’ antica fonte d’Ovile, lungo un tracciato che dovrebbe affiancare il fosso di Ravacciano e attraversare orti, resede private, terreni curati.
I cittadini hanno messo nero su bianco le ragioni del loro dissenso. Hanno chiaramente espresso le loro perplessità sul progetto, legate soprattutto al fatto che una pista ciclopedonale, così concepita, lontano da percorsi illuminati, da aree videosorvegliate, vicinissima ad abitazioni private, non farebbe che aumentare il livello di insicurezza dell’intero quartiere di Ravacciano e di Ovile, di fatto collegandoli con viale Toselli e con la strada di Busseto, area ormai caratterizzata dallo stazionamento di prostitute.
Giustamente i cittadini che dovrebbero essere coinvolti nell’esproprio dei loro terreni si interrogano sulla reale “pubblica utilità” del progetto portato avanti dall’Amministrazione senza alcun passaggio partecipativo e preventivo.
Se non si comprende che dietro un progetto sulla carta c’è sempre da considerare l’impatto concreto sui cittadini che direttamente ne vengono coinvolti come si può pensare di poter amministrare una città in veste di Primo Cittadino?
L’atteggiamento assunto dal sindaco Valentini in questa vicenda non differisce dal comportamento tenuto in altre vicende in questi cinque anni.
La cosa che davvero stupisce è che le osservazioni portate dai cittadini sono tutte sensate e degne di considerazione e questo porta al vero valore del confronto e della partecipazione: non è solo un momento in cui l’Amministrazione pubblica informa i cittadini su idee e progetti che intende realizzare ma è anche un importante occasione di ascolto durante la quale l’Amministrazione comunale si apre alle idee e alle osservazioni dei cittadini. Se non si attivano i due “canali” non esiste di fatto la partecipazione.
Ho visto molti amministratori cadere nell’errore di considerare la partecipazione come momento di propaganda, di comunicazione diretta senza prevedere, anzi scartando, la parte dell’ascolto e della raccolta delle opinioni della gente. Un grave errore.
Mi auguro che la vicenda del Parco del Buongoverno venga affrontata nel rispetto dei residenti e con il solo intento di migliorare l’area ed offrire prima a chi ci vive e poi anche agli altri, la città accogliente ed inclusiva che tutti sognano.
Se questo compito toccherà a me mi sento di poter assicurare ai residenti e ai firmatari della lettera “No al progetto” la piena disponibilità ad un confronto avendo già perfettamente compreso ed anche realmente condiviso le loro ragioni.