E' venuto il tempo di agire con misure all’altezza dell’eccezionalità del momento"
SIENA. Da David Chiti, candidato sindaco di Siena Doc, riceviamo e pubblichiamo.
“In Italia, si sa, non si fa abbastanza per l’edilizia popolare. Siena purtroppo non fa eccezione. Ma la “fame” di abitazioni si è fatta più acuta in tempi di crisi, quando pagare un affitto può significare, nei casi di maggior bisogno, dimezzare le già scarne entrate familiari.
Se questa è la situazione, occorre che il Comune non si tiri indietro e faccia pienamente la sua parte. Non si può giocare con un bisogno fondamentale come quello di avere una residenza dignitosa, trincerandosi dietro le regole e le procedure dell’ordinaria amministrazione. La situazione è grave e richiede interventi straordinari. Al più presto. Le nostre proposte sono semplici e dirette, di assoluto buon senso.
Per prima cosa, riteniamo inaccettabile che le poche case popolari disponibili finiscano sempre più spesso per essere assegnate ai non senesi. Purtroppo è ciò che accade oggi, lo sappiamo tutti, talora per esperienza diretta. Spiace doverlo dire in termini così netti, ma qui chi dopo arriva meglio alloggia. E così non va bene, questa non è vera solidarietà ma disprezzo dei cittadini. Va allora data la precedenza a chi è senese, a chi vive a Siena da lungo tempo. Si potrebbero prevedere, per esempio, maggiori punteggi per chi totalizza almeno 10 anni di residenza in città, e ulteriori punteggi aggiuntivi per chi si trova in condizioni di gravi e dimostrabili difficoltà economiche.
Inoltre, devono essere sensibilmente aumentati i contributi per gli affitti: vanno incrementati gli stanziamenti comunali, da aggiungere alle risorse regionali già disponibili. Priorità assoluta va data alle categorie sociali maggiormente colpite dalla crisi: a chi ha bambini, a chi ha perso lavoro, alle famiglie monoreddito, a quelle che si fanno carico di un anziano o un disabile. Non è difficile, basta volerlo. Se è vero che il Comune riesce a mettere da parte dei risparmi, come potrebbero essere spesi meglio?
Infine, terza proposta: un nuovo piano di edilizia popolare o convenzionata, per aumentare il numero assoluto degli alloggi resi disponibili alle famiglie.
Tutto ciò, naturalmente, andrà fatto salvaguardando al 100% i diritti acquisiti dei vecchi assegnatari.
In fatto di politiche abitative, dopo tanti anni di assurda passività, è venuto il tempo di agire con misure all’altezza dell’eccezionalità del momento. Perché i bisogni dei cittadini non possono più attendere”.