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di Leonardo Mattioli
CHIANCIANO TERME. Mercato di Chianciano Terme alle 10.30 è pieno di gente: è questo lo scenario nel quale si è calata Monica Faenzi, candidata del Pdl e della Lega alla Presidenza della Regione Toscana, per farsi conoscere (seppure ce ne fosse stato bisogno) e per ricordare ai cittadini le sue priorità elettorali.
"La prima cosa che farò – dice rivolta ai numerosi giornalisti che l'hanno attorniata – se sarò eletta Presidente della regione sarà quella di dare i posti di lavoro prima di tutto ai toscani e non come vuol fare il candidato del centro sinistra Enrico Rossi che punta molto sul lavoro agli immigrati irregolari".
Accolta dal coordinatore cittadino Pier Paolo Giglioni (con lei nella foto) e dal nuovo capogruppo in consiglio comunale Ottavio Chiezzi, la Faenzi ha puntato molto del suo discorso ai cittadini sul concetto della discontinuità dal governo regionale precedente e ha battuto molto il tasto sulla necessità di rilanciare il termalismo di Chianciano e la redditività degli albergatori che devono puntare a un turismo di qualità. Una frecciata l'ha lanciata anche agli amministratori di sinistra della Val d'Orcia che hanno permesso prima la realizzazione di un "ecomostro" a Monticchiello e ora lo scarico di fanghi da depurazione in alcuni siti delle crete senesi protetti dall'Unesco come patrimonio dell'Umanità. "è una vergogna" ha detto.
Poi la Faenzi ha ricordato il decalogo delle cose da fare nei primi tre mesi del suo governo regionale: i tagli di spese inutili prevedono un risparmio di oltre 60 milioni di euro abolendo l'assessorato alla Pace e al Perdono, la Festa della Toscana, la Società della Salute, le consulenze esterne, le spese di gestione della macchina regionale.
Tra le altre proposte rilanciate da Monica Faenzi l'eliminazione dell'addizionale regionale sul bollo auto, l'alleggerimento della pressione fiscale sulla base del quoziente familiare, l'istituzione di un fondo per le giovani coppie, l'introduzione del buono bebè, del buono badanti e del buono scuola, infine la modifica dei criteri per l'accesso al credito per le imprese in difficoltà.