Manca qualcuno che spieghi la verità
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di Red
SIENA. La struttura del S. Maria alle Scotte, come tutti ben sanno e ricorderanno, è stata ceduta dall’Università di Siena alla Azienda Ospedaliera Universitaria, col beneplacito della Regione, per 108 milioni di Euro, finanziati con un mutuo miracoloso di cui non si conoscono i termini. Siamo stati ben edotti delle difficoltà dell’Ateneo, comprese quelle recentissime derivanti dalla mancata vendita all’asta della Certosa di Pontignano e della fine dell’incarico a Antoitalia per ricavare 68 milioni. Ciò potrebbe precludere alla scelta di una “svendita” a metà prezzo o anche meno, come già paventato dal rettore Riccaboni, ma di cui nessuno ha voglia di parlarne. La perdurante vacanza nella nomina del responsabile del ruolo di direttore amministrativo dell’ospedale (per quanto la carica sia di importanza estrema) quale successore di Baldacchini, congedatosi il 10 settembre 2010, ci induce a fare qualche considerazione, visto che manca un autorevole referente istituzionale a darci spiegazioni.
Nel 2009, dati regionali consultabili da tutti, la nostra Azienda Ospedaliera ha chiuso il bilancio con una perdita di 125.547,00 euro e recentemente l’assessore regionale Scaramuccia ha dichiarato che il 2010 si chiuderà in maniera non troppo dissimile, ma con l’aggiunta dei grossi deficit risultanti in altre ASL toscane, tra cui Massa Carrara. L’assessore ha inoltre dichiarato che “Dal 2011 però la situazione cambia radicalmente, non tanto per il buco della Asl di Massa, ma per i trasferimenti statali che sono sempre meno”. In effetti sulla legge finanziaria 2011 della regione (LR 29 dicembre 2010, n.65) non si leggono stanziamenti per aiutare l’Azienda Ospedaliera Universitaria Senese a pagare le rate che incombono, né un aumento dei trasferimenti che le darebbe il denaro occorrente. Non abbiamo reperito informazioni né sul contratto di vendita né sulle clausole del mutuo, sembrano veri segreti di Stato. Di conseguenza non è difficile immaginare che non dobbiamo leggere le carte per non tirarne le somme che dovrebbero essere queste: il mutuo sull’ospedale (e quindi una parte del buco dell’Università) lo pagheremo noi cittadini incolpevoli con un peggioramento dei servizi sanitari, un aumento dei ticket, una diminuzione degli investimenti in tecnologia, il decadimento della qualità dei reparti. Forse un aiuto verrà dalla facoltà di Medicina che paga l’affitto (solo un aiuto, altrimenti che bisogno c’era di vendere)? Una faccenda brutta e gravissima per una città che, grazie alla Fondazione MPS, per molti anni ha potuto godere di entrate favolose che città meglio amministrate della nostra non hanno avuto, anche in Toscana, e non si ritrovano con questi buchi clamorosi. Entrate così ben sperperate inutilmente da una classe politica che l’attuale dibattito sanziona come autoreferente e clientelare, e che non osa dirci che dopo l’aumento di capitale della banca MPS (sempre che l’attuale non sia solo la prima tranche) ci toccherà sopportare anche questo. Non ce lo dirà almeno fino a dopo i risultati elettorali.