"I comportamenti mafiosi della classe politica uccidono la buona politica"
SIENA. Gli ultimi dati pubblicati dalla Commissione Affari Istituzionali del Consiglio Regionale della Toscana sulla presenza della mafia in Toscana, mettono in luce una situazione inquietante sulla “salute” del sistema toscana.
- 35 sono le organizzazioni criminali censite
- 60 i beni confiscati alla mafia di cui Suvignano il bene più grande della mafia nel centro Italia, proprio nella nostra provincia
- La Toscana risulta essere una delle regioni dove si ricicla più denaro sporco
La Toscana, regione “ricca”, al pari di tante altre regioni del centro nord è dunque sempre più nel mirino di mafia, camorra e ‘ndrangheta, che si muovono guidate da un unico obiettivo “i soldi”.
Pochi se ne accorgono perché la mafia in Toscana non uccide ma si infiltra nell’economia legale inquinando tutto il sistema e uccidendo le imprese che si muovono nella legalità.
Le mafie controllano la quasi totalità del gioco d’azzardo, anche legale, il commercio dei rifiuti, soprattutto se tossici e nocivi, e l’edilizia.
La crisi poi ha fatto il resto, perché se le banche chiudono i rubinetti del credito, la disponibilità di liquido delle mafie è invece illimitata.
Altro dato inquietante che viene evidenziato dalla stessa indagine è “una preoccupante lentezza da parte delle istituzioni a reagire a questo fenomeno” oltre ad una sua costante sottovalutazione.
Viene da domandarci se è solo perché si ha paura che il buon nome della toscana ne possa risentire, oppure altri sono i motivi?
In ambedue i casi è intollerabile che non si intraprenda un progetto organico contro questo fenomeno perché sappiamo bene che grazie alla connivenza ed alla collusione con il mondo politico ed amministrativo, e con professionisti senza scrupoli, le mafie si radicalizzano nei territori rendendo molto difficile sradicarle.
Come difficile è sradicare i comportamenti mafiosi della classe politica; la corruzione, il chiudere gli occhi davanti alle grandi e piccole illegalità, le raccomandazioni, le nomine nei consigli di amministrazione, le nomine dirigenziali nelle società partecipate, i privilegi, i favoritismi: questi si che uccidono la buona politica!
La Regione può fare molto non solo per risolvere le mafiosità esistenti, ma anche per arginare una situazione che potrebbe diventare ben peggiore, soprattutto se si fa “finta di nulla” perché è proprio in queste situazioni che le mafie trovano terreno fertile per andare avanti.
Per questi motivi, Sì – Toscana a Sinistra propone:
- un osservatorio regionale sulle mafie, che preveda la messa in rete di tutti i soggetti coinvolti (dalle Prefetture alle Associazioni) e che possa formulare proposte che possano arginare il fenomeno
- la tracciabilità degli appalti pubblici
- il preziario delle opere pubbliche
- l’utilizzo sociale dei beni confiscati, primo tra tutti Suvignano
- interventi formativi nelle scuole e non solo
Serena Cesarini Sforza Candidata lista SI – TOSCANA A SINISTRA