
SIENA. Critico nei confronti di chi è andato a protestare a Roma e fiero di essere in Toscana per confrontarsi con la gente e conoscere i problemi veri, ascoltare le richieste che arrivano dall'affrontare la vita quotidiana.
Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc oggi (13 marzo) era a Siena, dopo una puntata a Colle di Val d'Elsa per incontrare i suoi candidati e per illustrare la posizione del partito di Casini sulle vicende politiche di maggiore attualità.
"Come sempre molta protesta poca proposta. In linguaggio di Di Pietro non ci appartiene, non ci riguarda, non ci piace” ha detto il leader dell'Unione di Centro commentando la manifestazione che si è tenuta oggi (13 marzo) a Roma e che aveva come scopo la protesta contro il "decreto salva liste".
“Sono orgoglioso di essere stato qui tra la gente toscana per incontrare agricoltori, artigiani, piccoli imprenditori, mondo del volontariato affrontando con loro i problemi della vita della gente. Non ci piace – ha sottolineato – la politica urlata così come è stata fatta oggi in quella piazza dove sono apparsi striscioni contro il presidente della Repubblica. Quello che è accaduto oggi è anche il segno della crisi di questo bipolarismo rissoso e includente. Un sistema destinato a frantumarsi entro breve tempo”. Secondo Cesa alla manifestazione di Roma “hanno fatto un bel regalo a Berlusconi usando quel linguaggio. E poi portare in piazza mezzo Partito democratico e avere messo insieme tutta quella unione che ha malgovernato questo Paese un anno e mezzo fa non è modo di fare l’opposizione”.
Altro argomento di particolare interesse toccato da Cesa è stato quello della par conditio: "Siamo ben lieti che sulla par condicio ci sia stata la sentenza del Tar. Siamo rispettosi e mi auguro che la Rai, che nei prossimi giorni ha convocato il consiglio d’amministrazione, ne tenga conto”.
“Noi siamo per la libertà di stampa – ha proseguito il segretario dell'Udc – per quanto ci riguarda stiamo facendo una battaglia fortissima per le piccole emittenti private televisive e radiofoniche fortemente ridimensionate dal decreto mille proroghe riguardante proprio l’editoria, facendo dei tagli proprio a radio e tv private che sono la grande forza di questo paese raccontandone le storie vere e che hanno attenzione nei confronti di tutti”.
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