SIENA. Da Claudio Cerretani (In campo) riceviamo e pubblichiamo.
“Sono rimasto stupito da quanto affermato dal candidato sindaco Massimo Sportelli ai microfoni di Canale 3 Toscana, venerdì 20 aprile, che ha affermato “Il nostro modus operandi è proprio quello di cercare di fare dei lavori, commissionare degli appalti che siano eseguiti da ditte possibilmente del territorio …”
Non sapendo se si tratti di una svista, di una grossolana ignoranza della materia e delle norme, o di un maldestro tentativo di spararla grossa, magari contando sull’ingenuità dei potenziali elettori, mi permetto di contribuire ad una pur minima informazione sulla normativa per l’aggiudicazione degli appalti, stabilita dal CODICE DEI CONTRATTI PUBBLICI recentemente riformato (D. lgs 50/20016), aggiornato con successive modifiche.
Nel nuovo Codice sono indicati chiaramente i principi basilari per l’aggiudicazione e l’esecuzione di appalti: economicità, efficacia, tempestività e correttezza, nonché libera concorrenza, non discriminazione, trasparenza, proporzionalità, e pubblicità. Ma soprattutto vi si sottolinea come i committenti non possano limitare in alcun modo la concorrenza allo scopo di favorire o svantaggiare indebitamente taluni operatori economici.
Nel codice viene affermato anche il principio di rotazione, in modo da assicurare l’effettiva possibilità di partecipazione delle piccole e medie imprese di ricevere incarichi finanziati con soldi pubblici, un articolo che sembrerebbe aprire le porte agli affidamenti diretti dei lavori, ma solo per importi inferiori a 40.000 euro. Al di sopra è comunque necessario passare attraverso procedura aperte o negoziate fra diversi operatori economici. E anche al di sotto sono fortemente consigliate forme di confronto di preventivi o indagini di mercato. Con il risultato che l’affidamento diretto di un appalto risulta così consentito solo a condizioni molto restrittive, sia in termini di importi che di tipologia di lavori o forniture, e a dispetto di qualsiasi promessa elettorale dell’aspirante candidato sindaco di turno.
Non possiamo pensare di risolvere i problemi delle imprese locali solo con le “briciole” consentite dalla normativa per gli affidamenti diretti. Piuttosto dobbiamo stimolare la nostra imprenditoria a fare “squadra” unendo le sinergie tecniche ed economiche in modo da raggiungere, anche eventualmente attraverso la costituzione di ATI, livelli di SOA in grado di competere alla pari, nelle regolari gare d’appalto, con le altre imprese provenienti dall’Italia e dall’Europa”.