SIENA. "Siamo all'epilogo, in questi giorni la riapertura della scuola è segnata da proteste, mobilitazioni e soprattutto caos e tanta incertezza per famiglie, studenti, lavoratori”. E’ il commento di Susanna Cenni al susseguirsi delle proteste contro i tagli alla scuola, che stanno interessando tutta Italia compresa la provincia di Siena. “Per contro in queste ore sono particolarmente impressionanti l'arroganza e la indisponibilità del Ministro Gelmini ad ogni forma di confronto: eccolo il Governo del fare, quello che vede la scuola pubblica, la formazione, il sapere come una spesa, e non come il principale investimento di un Paese che vuole crescere. Per questo il Pd, dopo aver promosso la grande manifestazione che ha sfilato per il centro di Siena lo scorso 27 agosto, anche nei prossimi giorni farà sentire la propria voce al fianco di studenti, famiglie e lavoratori della scuola, soprattutto quelli precari, da mesi impegnati in una battaglia sacrosanta, in tutta Italia e anche nella nostra provincia, contro la cosiddetta riforma Gelmini e in difesa della scuola pubblica”.
Le conseguenze dei tagli. “I tagli – dice ancora Cenni – si traducono immediatamente in classi sempre più numerose e accorpate, una peggiore qualità della didattica, meno posti di lavoro per i precari a causa del blocco del ‘turn-over’. Già dal prossimo anno avremo in Italia 70mila studenti delle elementari e delle medie senza tempo pieno. In provincia di Siena è solo grazie all’intervento della Regione Toscana e al grande impegno della Provincia e dei Comuni interessati che siamo riusciti, per il momento, a recuperare una parte dei posti di lavoro tagliati e ad evitare così l’accorpamento di più classi, che era stato prospettato per il liceo Volta di Colle, per i licei Galilei e Piccolomini di Siena, per l'istituto superiore della Valdichiana e per il Redi di Montepulciano. Restano tante incertezze su accorpamenti, sezioni, che in questi giorni vedono le famiglie alle prese anche con la necessità di restituire libri già acquistati, perché probabilmente non andranno più bene”.
Lavoratori della scuola licenziati in massa. “Restano infine – conclude Cenni – gravi problemi di organico per le scuole dell’infanzia; per garantire assistenza agli alunni disabili; per il personale di custodia. Complessivamente i tagli previsti dalla Gelmini ammontano a 8 miliardi di euro, una cifra enorme. Per la scuola pubblica italiana significa quasi 90mila docenti e quasi 45mila tecnici e amministrativi in meno in tre anni. Si tratta del più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese, senza alcun ammortizzatore e senza alcuna proposta alternativa per i lavoratori”.
Le conseguenze dei tagli. “I tagli – dice ancora Cenni – si traducono immediatamente in classi sempre più numerose e accorpate, una peggiore qualità della didattica, meno posti di lavoro per i precari a causa del blocco del ‘turn-over’. Già dal prossimo anno avremo in Italia 70mila studenti delle elementari e delle medie senza tempo pieno. In provincia di Siena è solo grazie all’intervento della Regione Toscana e al grande impegno della Provincia e dei Comuni interessati che siamo riusciti, per il momento, a recuperare una parte dei posti di lavoro tagliati e ad evitare così l’accorpamento di più classi, che era stato prospettato per il liceo Volta di Colle, per i licei Galilei e Piccolomini di Siena, per l'istituto superiore della Valdichiana e per il Redi di Montepulciano. Restano tante incertezze su accorpamenti, sezioni, che in questi giorni vedono le famiglie alle prese anche con la necessità di restituire libri già acquistati, perché probabilmente non andranno più bene”.
Lavoratori della scuola licenziati in massa. “Restano infine – conclude Cenni – gravi problemi di organico per le scuole dell’infanzia; per garantire assistenza agli alunni disabili; per il personale di custodia. Complessivamente i tagli previsti dalla Gelmini ammontano a 8 miliardi di euro, una cifra enorme. Per la scuola pubblica italiana significa quasi 90mila docenti e quasi 45mila tecnici e amministrativi in meno in tre anni. Si tratta del più grande licenziamento di massa nella storia della pubblica amministrazione del nostro Paese, senza alcun ammortizzatore e senza alcuna proposta alternativa per i lavoratori”.