SIENA. ''Il nuovo rinvio di una settimana, dopo la sospensione dei lavori della commissione, e' molto grave. Testimonia la permanenza di divisioni insanabili all'interno della maggioranza in merito all'articolo 43 ed ai contenuti del bliz operato in Senato in merito al calendario venatorio''. E' il commento di Susanna Cenni, parlamentare del Pd e membro della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, dopo il rinvio alla prossima settimana della discussione della legge comunitaria che contiene norme relative alla caccia.
''E' grave – prosegue la parlamentare – che a metà aprile 2010, la Comunitaria 2009 sia ancora da approvare nonostante l'Italia sia già sottoposta a condanna per le sue inadempienze e per la violazione della cosidetta 'direttiva uccelli''.
''Già ben prima della scadenza elettorale – dice Cenni – avevamo assistito a rinvii, riapertura dei termini per la presentazione di ulteriori emendamenti e a veri e propri boicottaggi, con la sistematica assenza della maggioranza dai lavori di commissione. Ieri, dopo un apprezzabile tentativo da parte del relatore che ha provato a entrare nel merito di quanto l'Europa ci chiede, abbiamo assistito all'ennesimo rinvio. E' impossibile salvare capra e cavoli, cioé rispondere alle richieste dell'Europa e soddisfare al tempo stesso gli 'estremismi venatori' di qualcuno. Soprattutto continua a non esistere alcuna ragione, alcun appiglio normativo, per intervenire e modificare l'attuale calendario venatorio''.
''Da settimane il Partito democratico è pronto e presente in Parlamento – prosegue Cenni. – Abbiamo presentato un emendamento per sopprimere l'art. 43, impropriamente inserito nel testo licenziato dal Senato, e nuovi sub-emendamenti al testo del relatore. Il calendario venatorio non è oggetto della legge Comunitaria ed ogni decisione in materia è da ritenersi estranea al testo di legge''.
''E' grave – prosegue la parlamentare – che a metà aprile 2010, la Comunitaria 2009 sia ancora da approvare nonostante l'Italia sia già sottoposta a condanna per le sue inadempienze e per la violazione della cosidetta 'direttiva uccelli''.
''Già ben prima della scadenza elettorale – dice Cenni – avevamo assistito a rinvii, riapertura dei termini per la presentazione di ulteriori emendamenti e a veri e propri boicottaggi, con la sistematica assenza della maggioranza dai lavori di commissione. Ieri, dopo un apprezzabile tentativo da parte del relatore che ha provato a entrare nel merito di quanto l'Europa ci chiede, abbiamo assistito all'ennesimo rinvio. E' impossibile salvare capra e cavoli, cioé rispondere alle richieste dell'Europa e soddisfare al tempo stesso gli 'estremismi venatori' di qualcuno. Soprattutto continua a non esistere alcuna ragione, alcun appiglio normativo, per intervenire e modificare l'attuale calendario venatorio''.
''Da settimane il Partito democratico è pronto e presente in Parlamento – prosegue Cenni. – Abbiamo presentato un emendamento per sopprimere l'art. 43, impropriamente inserito nel testo licenziato dal Senato, e nuovi sub-emendamenti al testo del relatore. Il calendario venatorio non è oggetto della legge Comunitaria ed ogni decisione in materia è da ritenersi estranea al testo di legge''.