SIENA. Un rete della piccola e media impresa locale che veda anche il mondo agricolo fare sistema con artigianato, commercio e turismo. È questa, in sintesi, l’idea lanciata da Susanna Cenni, deputata Pd in commissione agricoltura alla Camera e già assessore regionale all’agricoltura, dopo il recente intervento del presidente di Cia Siena, Roberto Bartolini.
“Il tema sollevato nei giorni scorsi dalla Cia senese di un fronte comune per le piccole e medie imprese del mondo agricolo – dice Cenni – è un fatto di per sé certamente importante ed auspicabile, ma forse possiamo e dobbiamo spingerci oltre. Sono convinta che le prospettive della nostra agricoltura passino anche dalla sua capacità di comunicare trasversalmente, di essere percepita come attività imprescindibile non solo per la produzione primaria, ma anche per la trasformazione, la distribuzione commerciale, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la salute dei cittadini. Perché, dunque, non tentare di creare un fronte comune della piccola e media impresa, anche agricola? Se consideriamo che una quota rilevantissima dell’economia del nostro territorio è rappresentata proprio da commercio, turismo, artigianato ed agricoltura – continua Cenni – viene da chiedersi perché Siena non possa rappresentare un’esperienza pilota in questa direzione”. “La nascita di Rete Impresa Italia – prosegue la deputata senese – è un fatto molto rilevante, come dimostra l’attenzione che la politica, il mondo economico e i media hanno riservato qualche settimana fa all’evento di presentazione a Roma. Una scelta illuminata per il mondo produttivo Italiano, che suggerisce anche per l’agricoltura nuove prospettive di governance economica e istituzionale. Sarà ovviamente il mondo agricolo nella sua piena autonomia a fare le proprie scelte, ma l’esigenza di una maggiore forza contrattuale per questo comparto è, io credo, innegabile. Molte imprese agricole vivono oggi una sofferenza senza precedenti, spesso silenziosa, che merita la massima attenzione politico-istituzionale. Il settore dovrà fare i conti sempre di più con mercati ed oscillazioni. Per sopravvivere sarà cruciale saper sfruttare relazioni di filiera col mondo dell’artigianato, del commercio, della distribuzione e del turismo, che anziché creare conflitti o competizione possano invece generare valore aggiunto e competitività”.
“Il tema sollevato nei giorni scorsi dalla Cia senese di un fronte comune per le piccole e medie imprese del mondo agricolo – dice Cenni – è un fatto di per sé certamente importante ed auspicabile, ma forse possiamo e dobbiamo spingerci oltre. Sono convinta che le prospettive della nostra agricoltura passino anche dalla sua capacità di comunicare trasversalmente, di essere percepita come attività imprescindibile non solo per la produzione primaria, ma anche per la trasformazione, la distribuzione commerciale, la tutela dell’ambiente e del paesaggio, la salute dei cittadini. Perché, dunque, non tentare di creare un fronte comune della piccola e media impresa, anche agricola? Se consideriamo che una quota rilevantissima dell’economia del nostro territorio è rappresentata proprio da commercio, turismo, artigianato ed agricoltura – continua Cenni – viene da chiedersi perché Siena non possa rappresentare un’esperienza pilota in questa direzione”. “La nascita di Rete Impresa Italia – prosegue la deputata senese – è un fatto molto rilevante, come dimostra l’attenzione che la politica, il mondo economico e i media hanno riservato qualche settimana fa all’evento di presentazione a Roma. Una scelta illuminata per il mondo produttivo Italiano, che suggerisce anche per l’agricoltura nuove prospettive di governance economica e istituzionale. Sarà ovviamente il mondo agricolo nella sua piena autonomia a fare le proprie scelte, ma l’esigenza di una maggiore forza contrattuale per questo comparto è, io credo, innegabile. Molte imprese agricole vivono oggi una sofferenza senza precedenti, spesso silenziosa, che merita la massima attenzione politico-istituzionale. Il settore dovrà fare i conti sempre di più con mercati ed oscillazioni. Per sopravvivere sarà cruciale saper sfruttare relazioni di filiera col mondo dell’artigianato, del commercio, della distribuzione e del turismo, che anziché creare conflitti o competizione possano invece generare valore aggiunto e competitività”.