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SIENA. "L'agricoltura italiana soffre di molti mali, ma quello che rischia di schiacciarla come un macigno è la mancanza di un forte ricambio generazionale". Lo afferma Susanna Cenni, deputata Pd in commissione agricoltura della Camera. L’agricoltura italiana invecchia: secondo un recente rapporto dell’agenzia governativa Inea l’Italia è fra gli ultimi posti in Europa per la presenza di giovani imprenditori e fra i primi posti per numero di addetti ultra 65enni.
“Nelle prossime ore – continua Cenni – depositerò un’interrogazione al ministro Galan per chiedere conto degli impegni presi dal precedente responsabile del dicastero, Luca Zaia. Nell’estate 2009 l’ex ministro aveva annunciato con la solita enfasi il progetto ‘Rinascimento Verde’, che prevedeva l’assegnazione di terre demaniali a vocazione agricola a giovani imprenditori. Secondo Zaia il progetto avrebbe dovuto creare in tre anni 1000 mille nuove imprese e 6000 nuovi posti di lavoro. Chiediamo al ministro se il progetto sia stato avviato e se le roboanti dichiarazioni dell’anno scorso abbiano avuto un qualche seguito dal punto di vista delle azioni concrete, visto che i dati forniti dall’Inea, e quindi dallo stesso ministero, continuano a descrivere un settore con sempre meno giovani imprenditori: appena il 7 percento degli agricoltori italiani ha meno di 40 anni. Per ogni giovane agricoltore ce ne sono 6 che hanno più di 65 anni”.
“Nell’ambito dello stesso progetto – dice ancora Susanna Cenni – Zaia aveva anche annunciato la realizzazione di un censimento delle terre demaniali a vocazione agricola, stimate, sempre secondo le dichiarazioni dell’ex ministro, in 10mila ettari. Al censimento avrebbe dovuto far seguito un bando pubblico al quale sarebbe stato possibile partecipare, per i giovani al di sotto dei 40 anni di età, presentando progetti e piani agricoli aziendali. Con l’interrogazione chiediamo al ministro se le azioni di ricognizione e censimento delle terre demaniali siano state avviate ed effettuate e in quali tempi si preveda di avviare i bandi per l’assegnazione; e infine se, visti i dati preoccupanti, il ministro non ritenga di dover promuovere altre iniziative per favorire la presenza dei giovani nel comparto primario. Le difficoltà che frenano l’ingresso imprenditoriale dei giovani sono molte: a cominciare dal reddito agricolo, che nel nostro Paese è tra i più bassi in Europa; e poi il peso eccessivo della burocrazia, le difficoltà di accesso al credito e i costi troppo alti nel passaggio dell’azienda da genitori a figli”.
“Nelle prossime ore – continua Cenni – depositerò un’interrogazione al ministro Galan per chiedere conto degli impegni presi dal precedente responsabile del dicastero, Luca Zaia. Nell’estate 2009 l’ex ministro aveva annunciato con la solita enfasi il progetto ‘Rinascimento Verde’, che prevedeva l’assegnazione di terre demaniali a vocazione agricola a giovani imprenditori. Secondo Zaia il progetto avrebbe dovuto creare in tre anni 1000 mille nuove imprese e 6000 nuovi posti di lavoro. Chiediamo al ministro se il progetto sia stato avviato e se le roboanti dichiarazioni dell’anno scorso abbiano avuto un qualche seguito dal punto di vista delle azioni concrete, visto che i dati forniti dall’Inea, e quindi dallo stesso ministero, continuano a descrivere un settore con sempre meno giovani imprenditori: appena il 7 percento degli agricoltori italiani ha meno di 40 anni. Per ogni giovane agricoltore ce ne sono 6 che hanno più di 65 anni”.
“Nell’ambito dello stesso progetto – dice ancora Susanna Cenni – Zaia aveva anche annunciato la realizzazione di un censimento delle terre demaniali a vocazione agricola, stimate, sempre secondo le dichiarazioni dell’ex ministro, in 10mila ettari. Al censimento avrebbe dovuto far seguito un bando pubblico al quale sarebbe stato possibile partecipare, per i giovani al di sotto dei 40 anni di età, presentando progetti e piani agricoli aziendali. Con l’interrogazione chiediamo al ministro se le azioni di ricognizione e censimento delle terre demaniali siano state avviate ed effettuate e in quali tempi si preveda di avviare i bandi per l’assegnazione; e infine se, visti i dati preoccupanti, il ministro non ritenga di dover promuovere altre iniziative per favorire la presenza dei giovani nel comparto primario. Le difficoltà che frenano l’ingresso imprenditoriale dei giovani sono molte: a cominciare dal reddito agricolo, che nel nostro Paese è tra i più bassi in Europa; e poi il peso eccessivo della burocrazia, le difficoltà di accesso al credito e i costi troppo alti nel passaggio dell’azienda da genitori a figli”.