ROMA. “Il decreto legge numero 5 del 2009 a sostegno dei settori industriali in crisi, in discussione adesso alla Camera – afferma il deputato PD Franco Ceccuzzi – mentre interviene giustamente, anche se tardi, sull’auto e sul caravan, esclude comparti produttivi rilevanti per fatturato e occupazione, nonché simbolo del Made in Italy in tutto il mondo: dal tessile all’abbigliamento; dall’alimentare fino all’edilizia, all’orafo e alla pelletteria. In Amiata la pelletteria conta oltre 80 aziende e circa 800 addetti. Per questo stiamo lavorando, come gruppo Pd, per presentare emendamenti a sostegno di tutto il Made in Italy e, per quanto mi riguarda, direttamente a favore del settore della pelletteria”.
“Se nei primi anni Duemila si parlava di rischio declino dell’industria italiana – aggiunge Ceccuzzi – oggi si parla di rischio sopravvivenza per il manifatturiero italiano. In questo contesto si colloca la crisi della pelletteria in Amiata che riveste un ruolo determinante per lo sviluppo occupazionale, sociale ed economico locale. In questi anni le istituzioni locali hanno seguito con grande attenzione lo sviluppo e le problematiche del settore, cercando di intervenire tempestivamente con politiche adeguate in grado di promuovere la qualità del prodotto, la crescita dei livelli occupazionali e la programmazione di infrastrutture logistiche sul territorio”.
“Il distretto locale della pelletteria – conclude il parlamentare – è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese contoterziste, alcune delle quali a conduzione familiare. Negli ultimi anni, il distretto ha risentito, più di altri comparti e in analogia con gli altri settori manifatturieri, della concorrenza del mercato globale e della politica di delocalizzazione dei processi produttivi portata avanti dalle grandi aziende, soprattutto verso i paesi asiatici e dell’Est europeo. In queste ultime settimane, le difficoltà del distretto si sono accentuate, anche a causa degli effetti della crisi economica globale. Oggi, secondo i dati forniti dalle associazioni di categoria e dagli enti locali, la crisi ha colpito circa il 50 per cento delle aziende e oltre il 45 per cento dei lavoratori, compresi titolari e dipendenti, con forti ripercussioni sul tessuto economico e sociale dell’Amiata”.
“Se nei primi anni Duemila si parlava di rischio declino dell’industria italiana – aggiunge Ceccuzzi – oggi si parla di rischio sopravvivenza per il manifatturiero italiano. In questo contesto si colloca la crisi della pelletteria in Amiata che riveste un ruolo determinante per lo sviluppo occupazionale, sociale ed economico locale. In questi anni le istituzioni locali hanno seguito con grande attenzione lo sviluppo e le problematiche del settore, cercando di intervenire tempestivamente con politiche adeguate in grado di promuovere la qualità del prodotto, la crescita dei livelli occupazionali e la programmazione di infrastrutture logistiche sul territorio”.
“Il distretto locale della pelletteria – conclude il parlamentare – è caratterizzato dalla presenza di piccole e medie imprese contoterziste, alcune delle quali a conduzione familiare. Negli ultimi anni, il distretto ha risentito, più di altri comparti e in analogia con gli altri settori manifatturieri, della concorrenza del mercato globale e della politica di delocalizzazione dei processi produttivi portata avanti dalle grandi aziende, soprattutto verso i paesi asiatici e dell’Est europeo. In queste ultime settimane, le difficoltà del distretto si sono accentuate, anche a causa degli effetti della crisi economica globale. Oggi, secondo i dati forniti dalle associazioni di categoria e dagli enti locali, la crisi ha colpito circa il 50 per cento delle aziende e oltre il 45 per cento dei lavoratori, compresi titolari e dipendenti, con forti ripercussioni sul tessuto economico e sociale dell’Amiata”.