La difficoltà di far tornare i conti in una famiglia che ha anziani a carico e una prole a cui garantire il percorso di studi
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SIENA. Una città che negli anni passati ha avuto una Fondazione MPS che era un vero forziere e che con una gestione anche semplicemente oculata (non dico eccelsa) avrebbe potuto garantire un sistema di rete di protezione sociale per le categorie economicamente più deboli si trova, oramai, da anni a fare i conti con realtà quotidiane che fanno stringere il cuore.
Ognuno di noi nel corso della propria vita ha dovuto affrontare la dolorosa vicenda di un familiare che, ad un certo punto, non è stato più in grado di far fronte in maniera autonoma ai propri bisogni quotidiani.
Una circostanza triste e complessa sia per la persona stessa che per la propria famiglia. Le strutture ospitanti persone non autosufficienti hanno costi mensili molto elevati e, con la diminuzione degli stipendi di oggi, difficilmente sono sostenibili da una famiglia media. Anche in una città come Siena.
In tali circostanze le famiglie si trovano di fronte alla brutale scelta di cosa fare: contribuire alla retta mensile della casa di riposo (perché in casa è molto difficile aiutare nella giusta misura un anziano non più autosufficiente) o investire, per esempio, sullo studio dei figli provando, così, a garantire un livello di istruzione adeguato e necessario ai tempi odierni?
I conti sono presto fatti. Prendiamo una famiglia media in cui, sia il marito che la moglie, lavorano con impieghi medi, ma ci sono anche situazioni decisamente più critiche. Diciamo che in quella casa entrano circa tremila euro al mese. Ci paghi il mutuo o l’affitto, la scuola e le tasse universitarie dei figli, le bollette e tutte le varie spese che ognuno quotidianamente ha ed è facile capire quanto si assottigli quella cifra. Poniamo che questa stessa famiglia abbia un anziano non autosufficiente che è in casa di riposo (costo medio mensile dai 2.500,00 euro in su) e che l’anziano percepisca una pensione minima (quindi circa 500euro): come si fa in questi casi a conciliare tutto? E, ribadisco, queste sono le situazioni “più rosee”, perché nei casi in cui l’anziano non ha neanche una famiglia alle spalle che possa aiutarlo lì la situazione diventa di pura disperazione. E’ sentendo queste cose che ribolle il sangue nelle vene e ci si interroga su come sia possibile che chi negli anni ha amministrato una città che storicamente ha al suo interno la Fondazione MPS e la Banca Monte dei Paschi non abbia avuto l’oculatezza ed il buon senso per predisporre delle strutture e delle misure capaci di consentire la dignità delle famiglie senesi. Un tema su cui vi è l’urgenza di mettere subito mano. Nella libertà di voto che giustamente ognuno può esprimere, credo che questo sia, però, un tema che debba essere fonte di seria riflessione sul modello di città che uno vorrebbe e su ciò che, purtroppo, chi ha amministrato non ha evidentemente messo in agenda.
Massimo Castellani – Voltiamo Pagina