Cosa non si fa per un referendum...
![](https://www.ilcittadinoonline.it/wp-content/uploads/originali/1351698023254.jpg)
di Red
SIENA. Un tempo si stanziavano soldi a bizzeffe per opere sulle quali la politica avrebbe poi fatto la cresta. Poi, con gli anni della Seconda Repubblica, sono arrivati gli stanziamenti per cominciare a fare le opere, spesi i quali realizzare i progetti non era più importante perché tanto ci sarebbe stato un motivo per non farli, ma comunque i soldi erano già stati presi. Discorso contorto, dirà il lettore. Esemplifichiamolo.
Quando Berlusconi decise la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, opera irrealizzabile sotto tutti i punti di vista per una mente appena istruita vuoi per i problemi legati alla geologia che a quelli socio-economici di sostenibilità, non era importante FARE il Ponte ma dichiarare l’intenzione di farlo. Ciò fu sufficiente a stanziare un mucchio di quattrini: solo nel 2009 il Cipe delberò 1,3 miliardi che non sono stati mai rendicontati agli italiani, ma che sono, molto probabilmente, stati spesi tutti. Per placare i bisogni della casta e mantenersi i voti per il referendum, Renzi non ha trovato niente di meglio che andare nella tana del lupo, l’Impregilo contraente del progetto berlusconiano, a promettere un altro miliardo e la ripresa dei lavori. Anche qui non per fare il ponte ma solo per liberare legalmente risorse da destinare a tutt’altre necessità.
La casta è qualcosa di incerto, un Golem a cui attribuire fatti e misfatti. Proviamo a raccontarne uno. Nel 2008 un deputato di Forza Italia, Vincenzo Garofalo di Messina, era tra i più entusiasti del progetto governativo. Nel 2016 Garofalo, deputato di Area Popolare, sempre governativo ma con Alfano, continua a essere entusiasta del rifinanziamento. Evidentemente dei soldi buttati via precedentemente o non è informato sulla fine che hanno fatto oppure sa fin troppo bene a cosa sono serviti e dove sono andati a finire e vede, nel nuovo finanziamento, un prosieguo doveroso di quello passato. Tutto questo per dimostrare cosa? Anche se Renzi dice – ed è per questo che vuole incassare il voto degli italiani al referendum – che lui lavora contro la casta,si ha tutta l’impressione che lui lavori per la casta. Che invece è fatta di seconde file che lui (come i vari politici che l’hanno preceduto nella carica) blandisce per averne gli appoggi.
La riforma costituzionale rafforza il potere della casta, che non avrà nemmeno bisogno di farsi eleggere alle politiche per arrivare in Parlamento. Basterà essere seminascosti in un listone delle regionali così in prima fila si potranno mettere i soliti specchietti per le allodole, gli artisti, i cantanti, la “società civile” per un potere legislativo alla mercè del governo. Perché il governo è quello che fa applicare le leggi, non quello che le fa. Ci stanno provando a creare una supercasta da diversi anni e un Parlamento che non legifera è stato realizzato con un presidente come Napolitano che non voleva a parole le “leggi-delega”, ma nei fatti le ha firmate tutte, comprese quelle che gli sono ritornate indietro per problemi di costituzionalità.
A questo punto, siccome dà noia ai manovratori, la Costituzione va abolita. Pardon “riformata”.