Anche NCC chiede il rimborso delle imposte anacronistiche
ROMA. “La crisi, sopravvenuta dopo due anni già di per sè duri di pandemia, impone una riflessione su interventi mirati per ridurre prezzi dei carburanti considerarti primari nel contesto dell’economia italiana”. E’ la considerazione del presidente Cosimo Damiano Carlucci della Federazione Nazionale Giovani Imprenditori,aderente all’Unione Artigiani Italiani e delle PMI, che aggiunge, “Rileviamo il grido di dolore delle Imprese e delle famiglie non solo per l’aumento di Energia elettrica e gas che incidono sia sulle produzioni sia sul potere d’acquisto dell’economia italiana. Il gravoso balzello delle accise soprattutto sui carburanti per autotrazione, che finanziavano eventi ormai divenuti obsoleti a partire dagli anni 60 e dopo 60 anni e oltre pensiamo, abbiano già finanziato le opere, gli interventi militari o i danni con le migliaia di tonnellate di benzina e diesel consumate dal popolo italiano nel lungo lasso di tempo”.
L’accisa pesa quasi il 40% sul costo finale di benzina e diesel (assai meno sul gpl), e aggiungendoci l’Iva al 22% (calcolata su netto + accisa) il carico sale al 55% circa.
Riportiamo l’elenco delle 19 accise sui carburanti in Italia introdotte nel corso degli anni. La somma ammonta a circa 0,41 euro (per litro), a cui si deve aggiungere l’imposta di fabbricazione sui carburanti, che porta il totale finale dell’accisa a 0,7284 euro/litro per la benzina e 0,6174 euro/litro per il diesel.
– Guerra d’Etiopia del 1935-1936: 1,90 lire (0,000981 euro);
– Crisi di Suez del 1956: 14 lire (0,00723 euro);
– Ricostruzione dopo il disastro del Vajont del 1963: 10 lire (0,00516 euro);
– Ricostruzione dopo l’alluvione di Firenze del 1966: 10 lire (0,00516 euro);
– Ricostruzione dopo il terremoto del Belice del 1968: 10 lire (0,00516 euro);
– Ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976: 99 lire (0,0511 euro);
– Ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980: 75 lire (0,0387 euro);
– Missione ONU durante la guerra del Libano del 1982: 205 lire (0,106 euro);
– Missione ONU durante la guerra in Bosnia del 1995: 22 lire (0,0114 euro);
– Rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004: 0,02 euro;
– Acquisto di autobus ecologici nel 2005: 0,005 euro;
– Emergenza terremoto in Abruzzo del 2009: 0,0051 euro;
– Finanziamento alla cultura nel 2011: da 0,0071 a 0,0055 euro;
– Gestione immigrati dopo la crisi libica del 2011: 0,04 euro;
– Emergenza alluvione Liguria e Toscana del novembre 2011: 0,0089 euro;
– Decreto ‘Salva Italia’ del dicembre 2011: 0,082 euro (0,113 sul diesel);
– Emergenza terremoti dell’Emilia del 2012: 0,024 euro;
– Finanziamento del ‘Bonus gestori’ e riduzione delle tasse ai terremotati dell’Abruzzo: 0,005 euro;
– Spese del “decreto Fare” del 2014: 0,0024 euro.
“Intervenire per ridurre un balzello obsoleto consente di mantenere i prezzi – aggiunge Carlucci – negli standard di non pesare sui bilanci familiari, considerato anche che quasi tutto nel nostro paese viaggia su gomma e quindi indirettamente legato ad aumenti progressivi che di ritorno sui prodotti finali. Ho già fatto richiesta al dirigente generale UAI Giuseppe Zanetti ed al presidente Nazionale UAI Gabriele Tullio di essere portavoce con il governo centrale del pericolo di chiusure delle imprese e default delle famiglie per mantenere almeno nel breve la possibilità di sopravvivere ed essere competitivi“.
Caro carburante, Azione Ncc: “Aziende allo stremo,
serve il rimborso delle accise al 100%”
Il portavoce Ruo: “Tra crisi del turismo, guerra in Ucraina e piano europeo per la mobilità elettrica rischiamo di restare strangolati”
La richiesta di NCC Toscana
“Il caro carburante e il piano europeo per la mobilità elettrica rischiano di stringere in una morsa mortale tante aziende. Serve un intervento da parte del governo”. Il neo portavoce di Azione Ncc, Francesco Ruo, chiede così attenzione per una categoria, quella degli autonoleggi con conducente, molto toccata dall’aumento dei prezzi della benzina.
“In questo momento – dice Ruo – come Azione Ncc vogliamo portare all’attenzione due grandi problemi. Il primo riguarda il rimborso delle accise del 100%: ne possono usufruire i trasportatori di merce, mentre per il Ncc non è così. Abbiamo chiesto il perché al governo e ci hanno detto che non ci sono i fondi. Dai loro calcoli la cifra da coprire è intorno ai 250 milioni di euro, non è un importo alto: ci chiediamo come è possibile che un governo non abbia la copertura per questi fondi, mentre sono state trovate quelle per i monopattini. Le aziende sono allo stremo, serve un aiuto”.
“Il secondo problema – dice il portavoce di Azione Ncc – è che non troviamo giusto che la nostra categoria vada a pagare di propria tasca e in modo pesante il progetto europeo per la mobilità elettrica. Vogliono che si viaggi solo e soltanto veicoli ibridi o elettrici? Bene, visto che si parla di aziende che garantiscono il sostentamento a tante famiglie, il governo deve pensare subito a dei ristori. Altrimenti noi non reggiamo, perché siamo ancora dentro la crisi del turismo dovuta al Covid ci ha messo in ginocchio e si fanno già sentire gli effetti della guerra in Ucraina sul costo del carburante”.