In appello chiesta conferma a 6 anni per Viola e Profumo
SIENA. A Milano il sostituto procuratore generale Massimo Gaballo ha chiesto che venga confermata la sentenza con cui il tribunale ha condannato a 6 anni Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex amministratore delegato di Mps. I due sono imputati in appello per falso in bilancio e aggiotaggio in un filone delle indagini sulla banca senese. Per Paolo Salvadori, a cui in primo grado erano stati inflitti 3 anni e mezzo, è stata chiesta la nullità della sentenza per incompetenza territoriale. Gli atti saranno quindi trasferiti a Siena.
Intanto, dal progetto di bilancio della banca emerge che 6 società del gruppo Caltagirone hanno fatto causa a Mps, chiedendo un risarcimento danni di 741 milioni di euro, per le perdite generate dagli investimenti in azioni della banca senese effettuati tra il 2006 e il 2011, causate dalla “diffusione di informazioni price sensitive erronee fin dal 2006”.
Il 2 agosto 2022, si legge nel bilancio, le società Caltagirone Editore, Finced, Capitolium, Mantegna 87, Vianini Lavori e Fincal hanno citato in giudizio Mps avendo investito in azioni “un ammontare complessivo di circa 856 milioni di euro” e di “aver rivenduto i detti strumenti finanziari nei primi mesi del 2012 riportando una minusvalenza di circa 741 milioni di euro”.
La richiesta danni del gruppo Caltagirone è già inclusa nelle richieste danni comunicate da Mps con i risultati 2022, pari a 5,8 miliardi di euro, di cui 4,1 miliardi legate all’informativa finanziaria. Di conseguenza la richiesta non aggrava il totale del contenzioso.