SIENA. Il calo del titolo Mps nel primo giorno dopo l'annuncio dei termini dell'aumento di capitale da 5 miliardi che partirà lunedì 28 ha lasciato l'amaro in bocca a Siena e ha stupito chi sta seguendo da Londra il collocamento dell'operazione.
"E' un misto di non comprensione di alcuni elementi importanti dell'operazione" non ultimo il forte appoggio da parte dei soci stabili della banca "che si somma al fatto che in Italia oggi è una giornata festiva. Quindi manca una parte significativa di operatività sul titolo rendendolo più volatile", ha detto una fonte vicina al consorzio di
collocamento.
"Lo sconto è del 25% circa e ci aspettiamo che i soci coprano almeno 3 miliardi dei circa 5 emessi", aggiunge.
Su questo mercato più sottile del solito ha probabilmente anche buon gioco "una componente speculativa che non manca mai all'avvio di operazioni importanti".
Alle 14,10 il titolo tratta in calo del 2,5% sotto 2,7 euro, dopo un minimo di 2,56 euro in mattinata, e controtendenza al mercato dove l'S&PMIB sale di quasi un punto e mezzo.
Per Monte dei Paschi l'aumento da 5 miliardi di euro è un passaggio decisivo per portare a casa l'acquisizione di Antonveneta, pagata 9 miliardi. La dimensione dell'operazione è enorme per Siena, che con l'emissione di 3,3 miliardi di nuovi
titoli offerti 1 a 1 raddoppia le azioni sul mercato.
"E' come se si trattasse di uno stock splitting, ma complicato dal fatto che c'è un apporto di capitale e che nel frattempo le vecchie azioni staccano la cedola", spiega la fonte.
"E stato poco percepito dal mercato' sottolinea ancora "il fatto che questo aumento da 5 miliardi ha già almeno 3 miliardi coperti dai soci stabili della banca" e che sul mercato il Monte andrà di fatto a cercare un po’ più di 1,5 miliardi.
In testa la Fondazione "che lo ha detto con una nota ufficiale, ma anche soci del calibro di Axa o Caltagirone si sono spesi a favore dell'operazione", dice la fonte vicina al consorzio.
Anche la Unicoop Firenze, che formalmente non ha sciolto la riserva, secondo fonti vicine al cda, avrebbe mostrato ieri di supportare l'aumento.
La Banca ha comunicato ieri che il prezzo di sottoscrizione di 1,5 euro rappresenta uno sconto del 26%. "Sul mercato – avverte però la fonte – si sta ragionando per semplicità rapportando 1,5 euro con il prezzo di chiusura di ieri, 2,77 e viene uno sconto del 46%, del tipo di quello che stanno facendo banche che chiedono soldi per tappare buchi di bilancio".
Ma si tratta di un ragionamento non corretto, per la fonte. Intanto le azioni vecchie incorporano un dividendo di 0,21 euro che verrà pagato a breve mentre le nuove non hanno diritto al dividendo. "Quindi nel rapporto o si sottrae 0,21 al prezzo di
2,77 o si aggiunge il dividendo a 1,5", dice.
Lo sconto che la banca ha fatto per chi vuole sottoscrivere l'aumento, finalizzato ad una acquisizione strategica da 9 miliardi, "è del 25%", ha spiegato la fonte.
"Ci si arriva considerando il prezzo che tecnicamente dovrebbe valere Mps a operazione conclusa. I 2,7 euro vanno depurati del dividendo e diventano 2,49, poi considerando che per ogni vecchia azione ne viene emessa una nuova a 1,5 euro, il
valore medio tra vecchie a 2,49 e nuove a 1,5 è di 2 euro circa: quindi prenderle in aumento a 1,5 rappresenta uno sconto del 25% circa del valore teorico del titolo post aumento", è il ragionamento offerto. (Ansa)