La deputata della Fondazione: "Il problema non è la senesità ma chi ha violato la legge
“Profumo rispetti l’azionista che lo ha nominato – prosegue Buscalferri – e si ricordi che è stato indicato per presiedere il Consiglio di amministrazione, non per diventare il padrone assoluto della Banca. Dire che la proprietà della Banca ‘non è rilevante’ significa trasgredire il patto stretto con la città di Siena al momento della sua nomina. Anche perché è evidente, secondo quanto emerge dalle indagini di questi giorni, che la senesità non c’entra nulla con chi ha portato Mps sul baratro: il problema che stanno appurando i magistrati è l’eventuale tasso di malaffare di chi ha gestito la Banca”.
“Il presidente Profumo – prosegue Buscalferri – ha ricevuto un mandato chiaro al momento della sua indicazione all’assemblea dei soci: varare l’aumento di capitale solo se necessario e nei tempi più lunghi possibile. Bene ha fatto l’amministratore delegato Viola a ribadire che non è in corso nessuna trattativa per l’ingresso di nuovi soci”.