"Che classe dirigente pensiamo per questa città?"
SIENA. Da Antonella Eleonora Buscalferri riceviamo e pubblichiamo.
“Il recente e violento modo di rompere gli indugi sugli ipotetici personaggi candidati a sindaco, da parte dell’intera stampa mi ha suscitato sgomento e sconcerto.
La città difronte ad un’occasione di un autentico riarmo, come le opportunità elettorali possono dare, reagisce alla sua maniera: si aggroviglia sui nomi, innamorandosi perdutamente del singolo, del nuovo papa, del santo subito di turno, di “un uomo solo al comando”. Ricordiamoci che qui il Mussari s’è fatto re, per le stesse categorie del pensiero, così come s’è fatto ricco il Minucci, e si fece nuovo e discontinuo il Valentini.
Dobbiamo urgentemente rompere con il dogmatismo del passato che tanto danno ha portato alla nostra Comunità, affinando rapidi meccanismi di analisi sulle proposte in gioco, senza furberie, personalismi e dietrologie, avendo cura solo del futuro e delle sorti della nostra città.
Per esempio che classe dirigente pensiamo per questa città? Cominciamo da qui.
Io la immagino ‘ necessariamente’ giovane, nuova, vergine di grovigli, libera e combattiva come Siena si merita. La città è piena di gruppi giovanili, non solo all’interno delle Contrade, ma anche a tutto il mondo associativo, al mondo dei mestieri e delle professioni, al mondo dell’arte e della ricerca.
II “civismo”, a cui si fa assiduo riferimento, è innanzitutto l’arte d’individuazione di una classe dirigente adeguata e utile sicuramente ad un progetto: salvare una città profondamente ingiusta e corrotta, umiliata, per questo, proprio nella sua più intima identità che va dal Buongoverno alla sua storia nella Resistenza, dal Governo dei Nove, ai meravigliosi Sindaci del primo dopoguerra.
La discontinuità non basta enunciarla, va dimostrata e la Comunità ha l’obbligo di tenere alta la guardia e la capacità di diffidare.
C’è da sperare che la stampa aiuti l’opinione pubblica a tenere alto il suo senso critico e a contribuire fattivamente all’individuazione della nuova classe dirigente, senza cadere nelle dannose quanto inutili odi e peana agli attuali personaggi di grido.
Siena non ha bisogno di tifoserie ma di scelte molto ponderate ed efficaci”.