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SIENA. Dall’associazione Buongoverno riceviamo e pubblichiamo.
“Il prossimo 20 febbraio è fissata l’udienza, di cui attendiamo gli esiti, presso la Corte di Cassazione di Roma, del 2° filone processuale per il falso in bilancio, dovuto alla modalità di contabilizzazione dei derivati, nei confronti dell’ex a.d. Viola e dell’ex presidente Profumo. La decisione del procedimento è proposta dalla Procura Generale di Milano e da Bluebell Partners, in opposizione alla sentenza dell’11 dicembre 2023 della Corte di Appello di Milano.
Circa le recenti notizie riguardanti l’offerta di scambio azionario proposta da MPS nei confronti di Mediobanca, ci permettiamo di porre l’attenzione su alcuni aspetti dell’operazione che lasciano perplessi non solo noi, ma anche molti analisti finanziari. Innanzitutto nutriamo dubbi sulla sostenibilità del piano industriale, perché, a nostro avviso, la diversa natura delle attività operative e commerciali delle due banche mal si conciliano con una riduzione dei costi di gestione. Abbiamo pertanto la netta sensazione che questa operazione prescinda da una analisi di fattori oggettivi riguardanti la creazione di un polo bancario efficiente ed in grado di competere positivamente sul mercato finanziario, secondo un piano sostenibile, economie di scala, sinergie industriali e operative, mentre risponda piuttosto agli interessi di due importanti azionisti privati di MPS e della politica, anche se ripetutamente è stato escluso “il concerto”. Del resto ci sentiamo di affermare che, seppur con dovute differenze, la storia sembra ripetersi. Infatti anche l’acquisto di Antonveneta, pur salutata trionfalmente da un coro di paradossali plausi, non rispondeva agli interessi della banca e gli eventi successivi lo hanno ampiamente dimostrato, mentre era sostenuto e favorito da molte figure politiche e da più di una istituzione dello Stato, Banca d’Italia in testa, sorvolando sui loro obblighi di controllo nell’interesse del mercato. Infatti se Banca d’Italia e Consob avessero espletato in modo corretto e trasparente le verifiche di loro pertinenza, non ci sarebbe mai stato il consenso all’operazione che ha provocato le conseguenze nefaste che tutti conosciamo.
Questa volta MPS può apparire il “cavallo di Troia” di un’operazione che ha come principali attori Delfin e Caltagirone fortemente sostenuti dal Governo, nonostante segnali contrastanti da parte del mercato ed una avversione espressa in termini estremamente forti, quasi irrituali, da parte del CDA di Mediobanca. A rendere ancor più costosa l’operazione per gli azionisti di MPS, come espresso da diversi analisti finanziari, è l’andamento delle azioni delle due banche, che costringerà BMPS a migliorare l’offerta di scambio, probabilmente con un Aucap, a nostro avviso rischioso, a pagamento.
Ovviamente saranno gli azionisti di MPS e di Mediobanca a decretare il successo o meno dell’operazione, ma, se questa dovesse andare in porto, per Siena potrebbe rappresentare il definito distacco della seppur residuale presenza della banca e si potrebbe concretizzare quindi il definitivo spostamento della struttura decisionale e direzionale a Milano (o Roma?). Siamo convinti che l’attuale a.d. Lovaglio, a differenza di chi lo ha preceduto, abbia portato avanti un’azione di risanamento con risultati senza dubbio positivi, anche se in parte per favorevoli situazioni esterne, che auspichiamo proseguano, in modo da restituire alla banca ed ai suoi dipendenti quei riconoscimenti di affidabilità, professionalità, correttezza, rispetto della clientela, che ne hanno rappresentato per molto tempo fattori distintivi, gravemente lesi ed annichiliti a partire dalla fallimentare gestione De Bustis,
Ci auguriamo pertanto che si attuino opportune valutazioni prima di perseguire un disegno che temiamo non porti benefici alla Banca senese e tanto meno al territorio ed alla città di cui (per ora) porta il nome.