E la guerra per Bankitalia può mandare in negativo l'Italia
di Red
SIENA. Tanti alti e bassi nel mercoledì di borsa, ma sostanzialmente piatto il risultato finale. Tobin tax da una parte, voto finlandese favorevole al salva stati dall’altra non sono riusciti a far pendere la bilancia da nessun lato, gli operatori si sono concentrati sui titoli. Così, ad esempio, i bancari hanno agito in ordine sparso: MPS ha fatto +0,76% a euro 0,4129 mentre il peggiore delle cinque più grandi è stato Ubi banca con il -2,06. Ftse Mib in calo dello 0,47%, come in serata ha fatto il Dow Jones -1,621%. Andamenti contrastanti per le borse dell’Estremo Oriente, questa notte: Tokyo +0,33%, Sydney -1,02%: tutti in attesa delle notizie provenienti dall’Europa che condizioneranno le prospettive di crescita economica e l’eventuale default della Grecia. Fallimento che sembra un poco come la favola “Al lupo, al lupo” che arrivò non appena abbassata la guardia. Shangai perde -1,1,% scontando i timori del rallentamento dell’economia cinese che subisce il calo della domanda in USA e Europa. Mentre si aspetta lo spartiacque del voto del Bundestag sull’aumento del finanziamento dell’ Efsf (fondo salva stati) il mercato ha accolto bene i bond emessi oggi dal Tesoro italiano (emissioni per un totale di 8 miliardi di euro) anche se pagheranno tassi come da attese inferiori al 6%, ma oggi è importante che la sottoscrizione completa ci sia stata, più che il tasso che pagherà lo Stato italiano: segnale di fiducia dei mercati in un momento sempre difficile. Tutto serve a tenere alto l’interesse in Borsa.
A mezzogiorno, finalmente, arriva la notizia che il Parlamento tedesco ha votato (523 a favore, 83 contrari, 3 astenuti, una maggioranza schiacciante) il finanziamento in questione, cioè le modifiche al fondo salva stati Efsf. Iil dato era atteso, ma non scontato secondo noi, viste le divergenze esistenti in Germania. Attenzione che questa non è la panacea di tutti i mail che aspettavano i mercati, si unisce al voto analogo venuto ieri dalla Finlandia, ora occorrono serietà nella politica greca di fare accettare i sacrifici senza distruggere la pace sociale, serietà della politica italiana e internazionale di fare scelte precise e non interlocutorie, perché gli analisti studiano le carte,vanno oltre i facili entusiasmi che offre la retorica dei governanti e scopre le magagne nascoste nei commi e nei paragrafi. In questo senso in Italia è negativo lo scontro in atto nel governo per la nomina del successore di Draghi alla Banca d’Italia. Riteniamo che la nomina di Vittorio Grilli, ancorché le capacità dell’uomo non siano in discussione, rappresenterebbe il cappello posto dal Ministero dell’Economia sopra l’indipendenza dell’istituto di Palazzo Koch. E questo non è accettabile proprio per un discorso di democrazia e conflitto d’interessi, e sminuirebbe sia l’azione della Banca d’Italia che quella del nuovo presidente Bce. Scelte sbagliate verrebbero subito punite dai mercati, che non si fidano assolutamente degli interventi politici incompetenti, come quelli a cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi. Il mercato sembra in fibrillazione positiva e arrivano voci di interventi della Banca centrale giapponese sul tasso di interessi. Almeno fino ai dati macroeconomici americani attesi nel pomeriggio.