Azione Mps accusa speculatori, Consob, Bankitalia, UE e Bce...
MILANO. In Borsa il Monte dei Paschi ha ceduto il 14,8% portandosi a 0,76 euro. “Confermiamo la stabilità economica e finanziaria della Banca, evidenziata dai risultati degli Srep, e il miglioramento della gestione operativa come da risultati raggiunti nei primi nove mesi del 2015. La flessione del titolo è avvenuta in assenza di eventi gestionali idonei a giustificare tale andamento”, afferma l’ad di Mps Fabrizio Viola, segnalando ”con riferimento alla gestione e cessione degli NPL” che ”ci stiamo in particolare concentrando per ottenere risultati anche migliori rispetto al Piano”.
Ironico “ringraziamento”alle authority di vigilanza (Consob, Bce e Bankitalia), alla Commissione Europea, ai “grandi azionisti” e agli speculatori internazionali, considerati corresponsabili del “crollo senza freni” in Borsa di Mps, dai piccoli azionisti di Mps, riuniti nell’associazione Azione Mps. “Qualcuno – scrivono in una nota – ha fatto grassi profitti con la speculazione al ribasso, qualcuno, forse, intende farne acquistando a prezzi da saldo. I piccoli azionisti sono ancora una volta quelli che ne pagano le conseguenze”. Nel loro comunicato i piccoli azionisti, nei cui portafogli azionari è depositato il 32% del capitale di Mps, stilano una lista dei soggetti che “ringraziano sentitamente” per il tracollo borsistico della banca. Si parte con “la Consob, spettatrice inerte di una speculazione selvaggia e senza controllo”, per proseguire con “la Banca d’Italia, evidentemente disinteressata al destino del terzo gruppo bancario italiano”, e con “la Bce, che con le sue improprie raccomandazioni sulla ricerca di partnership ha di fatto avviato la svendita della Banca, certificandone al contempo il risanamento”. Critiche anche alla “Commissione Europea, vigile controllore del rispetto di piani di contrazione dell’attività e dell’occupazione” e ai “grandi azionisti: il Ministero dell’Economia, il cui 4% del capitale, derivante dalla conversione degli interessi al 9,5% sui Monti Bond, si è svalutato del 65%, i c.d. “pattisti”, uno dei quali ha dato il via alla svendita delle azioni per fronteggiare propri guai giudiziari in Sudamerica, mantenendo tuttavia saldo il posto in Consiglio di Amministrazione”. Infine i piccoli soci se la prendono con “l’articolato mondo della finanza internazionale, pronto a lanciarsi sul lucroso business del recupero crediti a prezzi da realizzo” e con “chi associa il Monte dei Paschi ai rischi di ‘Bail in’, nonostante siano stati superati nello scorso novembre i test ‘SREP’, grazie agli aumenti di capitale, alla definizione della sciagurata operazione Alexandria ed ai primi segnali di miglioramento della gestione, che ne certificano la solidità patrimoniale”. I dipendenti, che subiscono “il maggior peso della ristrutturazione” anche in termini di sacrifici salariali, hanno visto il valore delle azioni “ormai azzerato”. Azione Mps chiede così “un segnale adeguato anche dal management nella stessa direzione, ed una spiegazione di come il terzo gruppo bancario italiano possa valere meno di un terzo del solo denaro fresco iniettato negli ultimi due anni, meno di un terzo di quanto il Monte pagò la sola Antonveneta”.
“Mani italiane ed estere sul titolo Mps, oggetto di forti cali in Borsa, ci sono mani italiane ed estere – ha detto Vegas -. A fine giornata vedremo chi ha venduto”: lo ha detto il presidente della Consob, Giuseppe Vegas a margine della presentazione del rapporto sulla corporate governance. “Stiamo facendo un monitoraggio su Mps e sulle altre banche perchè ci sono stati dei problemi” ha precisato Vegas. E sul titolo del Monte dei Paschi, in particolare, “visto che le perdite hanno superato la soglia del 10% – ha aggiunto – abbiamo ritenuto di mettere uno stop alle vendite allo scoperto”. Il presidente della Consob ha quindi spiegato che il blocco è stato fatto per un solo giorno perchè questa è la regolamentazione europea, “non possiamo fare diversamente”. “Sul titolo – ha sottolineato – ci sono mani straniere e mani italiane, come sempre accade, stiamo indagando, vedremo a fine a giornata che effettivamente ha venduto”.
Mps subisce un stop per eccesso di ribassoquando perdeva intorno al 4,9 per cento, poi torna agli scambi e perde il 7,74% a 0,82 euro. Raffica di sospensioni per eccesso di ribasso tra i bancari a Piazza Affari. A Mps e Carige si aggiungono Bper, Ubi banca e Banco Popolare, queste ultime impegnate nel risiko per la Bpm. Alla fine Mps ha ceduto il 14,8% portandosi a 0,76 euro. Bper è andata giù dell’8,7% a 5,64 euro, seguita da Ubi (-7,3% a 4,9), Banco Popolare (-6,7% a 19,4) e Bpm (-5,5% a 0,81), mentre sono andate male anche Unicredit (-5,4% a 4,16) e Intesa Sanpaolo (-5% a 2,66). Fuori dal paniere principale Carige ha perso il 7,3% scivolando a 0,87 euro.