Da Siena a Roma: effetti del risveglio dell'Abi

di Red
SIENA. Questa crisi dei mercati finanziari è essenzialmente una crisi politica. Ne dà prova stamani la Francia, che – per bocca del ministro del bilancio Valerie Pecresse – ha fatto sapere che il governo manterrà i suoi impegni sui conti pubblici per conservare il rating “tripla A”. “E la Francia è sulla strada giusta e per mantenerla dobbiamo tenere d’occhio le misure per il controllo dei conti pubblici: abbiamo costantemente ridotto il nostro deficit e continueremo a farlo”, ha concluso il ministro. E al dilà del Reno, la Germania chiude il mese di giugno con un surplus della bilancia commerciale di 14 miliardi di euro.
Forse il governo italiano dovrebbe darsi una mossa autentica, e non sperare che la Bce compri 200 miliardi di BTp, togliendole dal portafoglio delle banche nazionali, per garantire loro la tripla A e farle uscire dall’angolo dei cattivi. I valori di borsa dei bancari italiani valgono la metà del loro patrimonio, e spesso meno delle loro proprietà immobiliari.
Oggi cominciamo con la buona notizia che nell’ennesima giornata di borsa negativa mondiale Milano è stata tra le meno peggio, e il titolo MPS ha perso poco: -0,22%. Forse stamani sconterà la cattiva performance televisiva di Barack Obama, che si è avventurato in un discorso muscolare e demagogico nella serata di ieri contro le agenzie di rating, con la conseguenza che Wall Street ha chiuso pesantemente negativa col Dow Jones a -5,55% sotto gli 11.000 punti. Trascinando anche i mercati asiatici: Tokyo fa -1,7%, male altrettanto la Cina e Hong Kong. Prendiamola con un po’ di umorismo: il risparmiatore, che aveva le azioni di “babbo Monte” per garantirsi una vecchiaia serena, sta imparando la geografia. Scende il petrolio (chissà se ce ne accorgeremo alle stazioni di servizio) e, paradossalmente, salgono le quotazioni dei titoli di stato (Treasures) americani… segno che comunque Obama ha qualche ragione a considerarsi sempre il “presidente di uno stato da tripla A”.
L’Abi ieri ha parlato, anche se assieme a Confindustria e Sindacati. Ma l’unirsi all’appello alla crescita dell’associazione guidata dal finora silenzioso Giuseppe Mussari, sottoscrivendo gli argomenti che la presidente Marcegaglia agita ormai da tempo, per incalzare il governo può sortire anche l’effetto positivo di smarcamento dall’ala protezionistica di Tremonti. La domanda di discontinuità, cioè la richiesta di cambiare uomini e metodi, senza tanti sottintesi, apre scenari importanti nel medio periodo. Un percorso che potrebbe portare addirittura il presidente MPS e Abi in Via XX Settembre. Si tratterebbe di fare in qualche modo le scarpe al pigmalione che ha concesso a Mussari la presidenza dell’associazione delle banche italiane, a sua volta un ringraziamento per aver sostenuto la validità dei Tremonti-bond quando il sistema li aveva rifiutati. Ma così va il mondo.
Se poi addirittura a Palazzo Chigi ci fosse anche il cambio del leader, col sorpasso del PD alle elezioni, ecco che un discorso di fantapolitica agostana potrebbe materializzarsi. Sempre che qualcuno riesca a coniugare crescita economica e riduzione delle spese dello Stato. Intanto nell’incertezza, il governo reintrodurrà la famigerata tassa chiamata ICI sulla casa, forse cambiandole nome, perché l’esigenza di anticipare la manovra economica si è fatta irrinunciabile. L’asta di apertura riconsegna i segni positivi ai titoli bancari, come era successo ieri. Ma non possiamo andare dietro a tutti i pruriti del mercato: che gli operatori facciano le loro contrattazioni, poi stasera tireremo le somme.