Il rialzo è durato un giorno, ma non ci sono timori sull'aumento di capitale
di Red
SIENA. Mai come questa volta si è dimostrato vero il detto “Gli assenti hanno sempre torto”. I mesi di malattia di Marco Parlangeli, che nel momento dei grandi problemi istituzionali della Fondazione MPS non era presente a svolgere il suo ruolo di Provveditore, hanno lasciato il segno. Nonostante le dichiarazioni di vicinanza e di affetto, sarebbe stato opportuno che fosse sostituito. Invece si è fatto tutto senza una figura importante come è in tutte le aziende il Direttore Generale: altri hanno fatto le scelte strategiche della Fondazione sulla ricapitalizzazione della banca, i famosi 2,15 miliardi di euro. Parlangeli, che aveva preso il posto di Tonini nel 2003, esce dunque di scena in una fase particolarmente delicata, pur rimanendo dirigente dell’Ente: la Fondazione, come sanno bene i nostri lettori, ha chiuso il bilancio 2010 per la prima volta nella sua storia con 128 milioni di perdita, dopo accantonamenti straordinari per 150 milioni; quest’anno non farà la tradizionale erogazione al territorio perché la cassa è vuota; ha dovuto ricorrere all’indebitamento, chiedendo una linea di credito fino a 600 milioni e vendere alcuni degli ultimi gioielli di famiglia, per sostenere l’aumento di capitale di Banca Mps senza scendere sotto la soglia del 50,1% dei diritti di voto. Accumulando 320 milioni di euro di minusvalenze che mineranno la capacità di spesa per molti anni. Ma a provvedere alla bisogna ci penserà il nuovo Provveditore Claudio Pieri, finalmente un pensionato a raddrizzare la baracca. Chi dice che l’Italia non è un paese per giovani e Siena la città più “vecchia” dopo Trieste, trova motivo per sostenere la propria tesi. Pieri rimane comunque un manager esperto, con carriera trentennale nella banca senese, e visto che non rimane altro a cui dedicare le risorse della Fondazione, si impegnerà a tempo pieno a “controllare” l’unico reddito di Palazzo Sansedoni, nella speranza che la barca si raddrizzi. Non si capisce come, visto che il Provveditore non ha diritto di voto né in Deputazione Generale, né nella Deputazione Amministratrice: è un semplice esecutore di scelte altrui.
La banca MPS ieri 4 luglio ha registrato un sensibile recupero in Borsa (+5,14%) grazie a una provvida raccomandazione d’acquisto di Société Générale, a pochi giorni dalla chiusura dell’aumento di capitale (8 luglio), che pensa a “una forte base di capitale” con ricavi in crescita, grazie soprattutto all’alleanza con Axa, indicando un prezzo obiettivo di 0,75 euro. L’adesione sembra sia stata un successo, e vorremmo vedere con i prezzi modici che hanno tirato giù. Sappiamo che i principali azionisti del Monte, la Fondazione MPS come Axa fino a Francesco Gaetano Caltagirone hanno già dichiarato di aderire alla manovra sul capitale. Altri, come nel caso di Unicoop Firenze, decideranno in settimana. In particolare il Caltagirone, in base alle comunicazioni di Borsa nell’ultimo mese, ha fatto trading sul titolo incassando 10,7 milioni e investendo una cifra analoga, ma con società diverse (così la sponsorizzazione di 1 milione di euro nel cerchio di centrocampo del parquet della Mens Sana con il logo “Leggo” un giornale gratuito che non si vende in città è salva per il prossimo anno), e Lorenzo Gorgoni ha invece venduto diritti per 503mila euro. L’operazione è comunque in dirittura d’arrivo. E il mercato ha risposto con un -2,14% a euro 0,5705 che lascia un po’ basiti. I bancari hanno, in ogni modo, sofferto e se Atene piange Sparta non ride: Unicredit ha segnato una flessione dello 0,86% a 1,50 euro, Bpm del 4,23% a 1,719 euro, Banco Popolare del 2,76% a 1,618 euro e infine Ubi Banca del 2,54% a 4,07 euro.
L’effetto Societè Generale per Mps è durato lo spazio di un mattino? Forse la speculazione era in cerca di un guadagno veloce dopo l’importante aumento di ieri. Forse l’improvviso terremoto in Fondazione ha avuto un effetto negativo, le responsabilità sulla cattiva gestione della Fondazione stessa sono in capo ad altri personaggi “inamovibili”. Un problema di affidabilità? Le prossime settimane saranno importanti per sapere se il mercato chiede un ricambio alla guida della Deputazione e nella Deputazione stessa. Il sindaco Ceccuzzi potrebbe essere chiamato alla sostituzione di alcuni suoi grandi elettori. Impegnato, come è stato finora, con il Palio non ha trovato il tempo per reintegrare il numero dei consiglieri dopo che Rosignoli è entrata nella sua giunta. Equilibri non facili; eppure la maggioranza che governa Siena ha numeri inossidabili. Per fortuna c’è tempo fino al Palio dell’Assunta per preparare strategie, spostare poltrone, e muoversi sperando nelle distrazioni del mercato per una corsa di cavalli, seppur di nobili tradizioni. Mezzucci che Piazza Affari conosce e non apprezza.
A non aiutare è intervenuta anche la modifica alla finanziaria (via l’aiutino “ad aziendam” sul lodo Mondadori), che ha indotto il ministro delle Finanze Giulio Tremonti ad annullare la presentazione della manovra. A Piazza Affari il Ftse Mib è arretrato dello 0,97% a 20.277 punti, mentre il Ftse All Share si è fermato a quota 20.983 in discesa dello 0,95 per cento.
