Chiesta l'audiione in aula consiliare di Bini Smaghi
SIENA. Il portavoce dell’opposizione in Toscana e responsabile economico della Lega Nord, Claudio Borghi Aquilini, interviene a seguito delle notizie riguardanti ChiantiBanca, l’istituto di credito presieduto da Lorenzo Bini Smaghi: “Andrea Bianchi ha lasciato pochi giorni fa la direzione generale di ChiantiBanca, ufficialmente per motivi professionali personali, ma è stato seguito a ruota da cinque consiglieri d’amministrazione dell’istituto. Al netto delle favole che dai palazzi del potere politico-finanziario continuano a raccontarci, la notizia non è del tutto sorprendente, se si considera che alcune indiscrezioni di Banca d’Italia sembrano certificare una perdita di 80 milioni di euro per Chianti Banca”.
“Stiamo parlando di una banca cresciuta a dismisura in pochissimo tempo a seguito delle acquisizioni di varie BCC locali e di una parte della rete del Credito Fiorentino di Denis Verdini, che l’hanno portata a essere l’ottava Banca di Credito Cooperativo a livello nazionale. Poiché in questo Paese si fa presto a santificare fantomatici deus ex machina purché amici dei “Renzi” di turno – a loro volta prediletti dai poteri internazionali, che stanno massacrando sistematicamente l’economia reale italiana – ieri in aula consiliare ho manifestato la volontà perentoria di chiamare urgentemente all’audizione in Consiglio regionale della Toscana il presidente di ChiantiBanca, Lorenzo Bini Smaghi, un signore che qualcuno voleva alla direzione generale di Bankitalia e che tuttavia pare ben lungi da essere quel risolutore dei problemi finanziari toscani quale molti avevano dipinto.
Abbiamo il dovere come opposizione e come rappresentanti degli elettori di fare il possibile e anche l’impossibile per scongiurare un nuovo Monte dei Paschi, i cui enormi problemi hanno portato molti correntisti a spostare i risparmi proprio in ChiantiBanca. Attendiamo che il presidente Bini Smaghi si presenti in aula consiliare regionale a rendere conto ai cittadini del proprio operato e a descrivere la realtà a tutte le forze politiche, in modo che nessuno possa poi dire “non sapevamo, non c’eravamo”.