Un confronto sul tema è in programma al circolo Sant'Agostino
SIENA. “Sino ad oggi i Partiti sono riusciti solo in parte a determinare un rapporto concreto tra legalità ed economia sostenibile. Questo deve essere il compito di un Partito di Sinistra e questo dovrà essere il compito del Partito Democratico”. Con queste parole inizia l’intervento del Segretario del Circolo PD di Sant’Agostino e componente dell’esecutivo comunale del Partito Democratico Giuseppe Bonura.
“Finché la politica non riuscirà a garantire le imprese oneste- Continua Bonura-, i piccoli e medi imprenditori ogni giorno in prima linea e quindi i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici non riuscirà ad aiutare la ripresa economica del nostro territorio. E’ il momento di fare un salto di qualità nella discussione politica. Il 4 marzo nel circolo del Pd di via di Città 101 lancerò una campagna politica contro il massimo ribasso negli appalti pubblici. Già il Sindaco Bruno Valentini e il Vicesindaco Fulvio Mancuso, il Presidente della Provincia Fabrizio Nepi, la consigliera comunale Giulia Periccioli, il Segretario del Partito provinciale Niccolò Guicciardini, il Vicesegretario regionale del Pd Toscana Andrea Biagianti, la CGIL di Siena, un gruppo di piccoli e medi imprenditori hanno condiviso con me la necessità di uno scatto in avanti su questi temi sia a livello comunale che nazionale. Ho trovato un’analoga sensibilità e attenzione nei Parlamentari che ci rappresentano alla Camera Luigi Dallai e Susanna Cenni e nel Segretario dell’Unione Comunale del PD. All’iniziativa sarà presente il Prefetto De Sena, già vicepresidente della Commissione Antimafia, un amico con il quale ho condiviso l’urgenza di questo percorso e che durante la propria attività in Parlamento propose una legge che vietasse la pratica del massimo ribasso, definendola per ciò che è: istigazione a delinquere. Ovviamente tutti i cittadini sono invitati a partecipare. La Regione Toscana ha già varato nel 2007 la legge 38 che si ispira ai principi di sostenibilità negli appalti pubblici, ma non è pienamente applicata. Il ‘patto di stabilità’ aggrava per di più la situazione e dopo 7 anni di crisi sono poche le imprese capaci di reggere a pagamenti che avvengono ad un anno di distanza dalla fine dei lavori. Anche l’Unione Europea ha recentemente emanato una direttiva su questo. Ora tocca all’Italia. In questo senso l’avvio di una campagna politica da Siena è fondamentale. Auspico che nel Partito possa affrontarsi una discussione che conduca il Gruppo del Pd in Consiglio Comunale ad elaborare una mozione che impegni l’Amministrazione comunale a limitare il ricorso al massimo ribasso. Ne ho già parlato sia col Sindaco che col Segretario del Partito e alcuni consiglieri. Mi sembra che ci sia una forte condivisione su questo punto. Questo sarebbe già un importante segnale politico. In questa battaglia ci serve unire il mondo del lavoro onesto, sindacati e piccole e medie imprese.
Il nostro Partito non può permettersi di “sganciare” il Sindacato. Condivido in pieno, non solo da dirigente del Pd ma anche da imprenditore, che si debbano avere garanzie sul trattamento dei lavoratori impiegati negli appalti privati e pubblici, che occorra promuovere il contrasto alle pratiche di concorrenza sleale tra le imprese e la tutela dell’occupazione nei cambi di appalto. A questi temi è anche collegato quello della qualità de servizi. Per questo mi trovo d’accordo con la proposta di legge popolare che sta portando avanti la CGIL quando argomenta che dietro la corruzione e il malaffare ci sono centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori che pagano il prezzo più alto di questa deriva. Per questo motivo firmerò la proposta del Sindacato. Gli appalti divengono sempre più un sinonimo di lavoro povero, destrutturazione del ciclo produttivo, in alcuni casi di vero e proprio sfruttamento del lavoro, di assenza di diritti, di inquinamento dell’economia. La politica deve stare attenta a questi fenomeni di indebolimento dei diritti e del tessuto produttivo, poiché questo può determinare l’aggressione della criminalità organizzata ad un dato territorio e delle ricadute in negativo sul tessuto socio-economico. Qualche tempo fa la Fondazione Caponnetto ha stimato che il fatturato delle mafie prodotto in Toscana in tutte le sue forme sia prossimo ai 15 miliardi di euro. La provincia di Siena sembra aver dimostrato un basso rischio di “colonizzazione” mafiosa, ma non possiamo abbassare la guardia e dimenticare l’esposizione del settore dell’edilizia e del terziario. Dobbiamo divenire parte attiva di un processo di prevenzione economica a qualsiasi tipo di aggressione al tessuto produttivo. Non possiamo sottovalutare il nesso sempre più evidente tra gli appalti assegnati col criterio del massimo ribasso e le infiltrazioni criminali. È il momento che da Siena inizi un percorso politico che conduca rapidamente il Parlamento a recepire nel miglior modo possibile la Direttiva Europea contro il massimo ribasso. Bisogna muoversi”.