Il presidente Squillario tenta un'opzione alternativa alla Popolare di Vicenza
di Red
SIENA. Bocce in movimento sul dossier Biverbanca. Gli analisti di Mediobanca avevano già sentenziato a metà marzo che la cessione di Biverbanca da parte di Monte dei Paschi potrebbe avere un impatto positivo sul capitale di 35 bps in caso di vendita al book value. La banca, in cui MPS è socia al 60% con le Fondazioni Caribiella 33,44% e Carivercelli 6,56%, è un gioiellino in attivo (122 sportelli con 770 dipendenti), che insiste su un territorio industriale di prim’ordine, in un’area, il Piemonte, che non è altrimenti presidiata dal colosso senese.
Perché migliori il valore di Monte dei Paschi vendendo un soggetto attivo è un mistero della logica finanziario-bancaria.
A chi è stata affidata la vendita di Biverbanca? Naturalmente alla stessa Mediobanca! Chi deve avere i soldi dalla Fondazione MPS? Mediobanca! Chi coordina il pool dei creditori? Mediobanca! Il diavolo fa solo le pentole, ma a quanto sembra in Piazzetta Cuccia fanno anche i coperchi. Se Mancini e Viola non ci trovano nulla di strano… chi era l’advisor per l’acquisizione di Antonveneta? Mediobanca! Eppure la “riuscita” dell’affare, adesso che tutti sono concordi nel dire che è stato un boccone indigeribile, dovrebbe consigliare attenzione e prudenza nei confronti di certi advisor interessati.
E in effetti Luigi Squillario, presidente della fondazione biellese, si sta guardando intorno per verificare se può evitare l’abbraccio che, attraverso il consigliere Mediobanca, sta portando Biverbanca verso la Popolare di Vicenza dello scatenato Zonin. Ieri, secondo Milano Finanza, nella sede della Fondazione si sono succeduti incontri e riunioni frenetici fino a tarda sera proprio per studiare la fattibilità del progetto e sondare la disponibilità di imprenditori e istituzioni finanziarie locali”. Lo stesso Squillario ha spiegato che “la nostra cordata dovrà essere in grado di acquistare il 60% messo in vendita dal Monte dei Paschi; l’obiettivo e’ riportare Biverbanca sul territorio”.
Per concludere “Sono in corso contatti con soggetti privati e banche e l’obiettivo è raccogliere i 180-200 milioni necessari per chiudere l’operazione”. E fare a meno delle attenzioni di Mediobanca. Come è misterioso il mondo della finanza: la famiglia Aleotti ha speso, solo pochi giorni or sono, la stessa cifra per entrare nel capitale MPS con il 4%, con una situazione debitoria e finanziaria terribile. Mentre si potevano prendere Biverbanca che di problemi pare non averne alcuno allo stesso prezzo, da padroni quasi assoluti.