Biella e Vercelli: Fondazioni unite nel chiedere un prezzo più alto
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di Red
SIENA. E’ chiaramente una questione di soldi. Per la cessione del 2,1% di partecipazione in Banca d’Italia posseduta da Biverbanca e oggetto di accordi commerciali tra MPS, Fondazione CariBiella e Fondazione CariVercelli, la cifra messa sul piatto da Rocca Salimbeni viene considerata esigua dai due enti piemontesi e ciò blocca anche il processo di vendita di Biverbanca a CariAsti. Qualcosa di più che la solita guerra di campanile: “Non possiamo cedere a 9 milioni di euro una cosa che anche i bambini sanno che vale molto di più – ha affermato alle agenzie Fernando Lombardi, presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Vercelli – la nostra quota in Bankitalia è pari al 2,1%; è attualmente consolidata dal Monte dei Paschi ed è iscritta a bilancio a un valore contabile di 9 milioni di euro”. Precisando, di seguito che “Per noi è assolutamente inaccettabile vendere la quota a un valore tanto basso e che, in tempi brevi, sarà soggetto a una rivalutazione, che potrebbe essere e sicuramente sarà, nell’ordine delle centinaia di milioni di euro nel giro di alcuni mesi. Non possiamo accettare questa transazione per l’interesse della banca e quindi anche nell’interesse del territorio. Anche Cassa di Risparmio di Asti è vittima di questa situazione”. Ha proseguito, poi, rilasciando a Milano Finanza altre considerazioni: “Una volta che si sarà chiusa la cessione di Biverbanca il destino è che venga fusa con Asti. Ed è evidente che nè la Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, nè la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella hanno il minimo interesse ad arrivare alla fusione con un bene che non tenga conto di una corretta valutazione dell’asset Bankitalia. Per questo, venerdì scorso i consigli delle due Fondazioni hanno espresso parere contrario. Domani è in calendario il Cda di Biverbanca che deve decidere sulla scissione. Vediamo cosa decidono. Se dovessero dare parere favorevole si andrà in assemblea, ma lì serve l’unanimità per decisioni del genere, quindi non passerà comunque. Noi così come l’AD del Monte dei Paschi, Fabrizio Viola, vogliamo che prevalga in buonsenso e che la cessione venga chiusa. I nostri advisor sono al lavoro per trovare una soluzione che ci accontenti. Che non può essere quella che ci è stata prospettata. Tra l’altro non eravamo stati informati dell’inserimento della clausola sospensiva (che vincolava la cessione della quota alla scissione del 2,1% di Bankitalia, ndr) da parte della nostra capogruppo Monte dei Paschi, per la quale abbiamo il massimo rispetto. L’abbiamo trovata scritta nel contratto, e non ci ha fatto molto piacere”. Mentre in borsa il titolo MPS va tra alti e bassi giornalieri (alle ore 14:00 registra il +4,36% dopo essere partita in territorio negativo), si registra il seguente commento sulla vicenda da parte di Rocca Salimbeni: “sono già allo studio modalità alternative allo scopo di finalizzare la cessione della suddetta partecipazione”.
La vicenda Biverbanca/Banca d’Italia non sembra tuttavia riflettersi sulla quotazione del titolo senese. La borsa in generale è abbastanza piatta e secondo gli analisti dovrebbe mantenersi tale fino a mercoledì, quando è attesa la decisione della Corte Costituzionale tedesca riguardo l’Esm. Sulla newsletter settimanale della Commissione di Borsa, fra le decisioni adottate in materia di prospetti, si legge che La Consob ha autorizzato, a seguito disdetta di MPS dei patti parasociali in Banca Popolare di Spoleto, la pubblicazione del supplemento al prospetto informativo relativo all’offerta pubblica di sottoscrizione di azioni ordinarie Spoleto Credito e Servizi Società Cooperativa.