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ROMA. Come molti avranno già sentito, esistono diverse valute virtuali e molte sono sconosciute ai più. La valuta virtuale più conosciuta per eccellenza è sicuramente il famoso Bitcoin, creato nel 2009 da una o più persone sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. A differenza dalle valute tradizionali il Bitcoin non è supportato da una Banca centrale come la Banca Centrale Europea o la Fed, ma si basa fondamentalmente su due strutture: un network di pc decentralizzati, che supportano la rete in modalità distribuita (distributed-ledger); e l’uso di crittografia per validare e rendere sicure le transazioni.
Come si usa
Di fatto, utilizzare il Bitcoin non è poi così difficile e ci sono diversi siti che spiegano come farlo. In maniera molto semplice, per poter fare trading di Bitcoin è necessario aprire un conto virtuale, detto wallet o portafoglio presso un intermediario virtuale. A questo punto. Si possono scambiare Bitcoin con valute tradizionali come in una qualsiasi transazione bancaria.
Chi vuole fare trading con Bitcoin dovrebbe utilizzare delle piattaforme desktop o fare mobile trading su Trade.com. Poiché’ la velocità’ con cui questa valuta virtuale cambia valore è davvero notevole, il mobile trading su Trade.com offre una flessibilità decisamente maggiore rispetto al trading da desktop.
Considerando che il Bitcoin e in genere le monete virtuali sono recenti, vale la pena di chiedersi come vengano trattate dal nostro istituto giuridico. In una recente intervista al quotidiano La Stampa, il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, l’ha definito “una scommessa, non una moneta”.
Nonostante questa opinione, peraltro molto discutibile, il Bitcoin viene utilizzato e la possibilità di utilizzare il mobile trading su Trade.com lo dimostra. Ma come viene trattato dalla legge italiana?
Le valute virtuali navigano a vista
Ad oggi, in Italia come in gran parte degli altri paesi, le valute virtuali sono di fatto poco o per nulla regolamentate. Questo articolo del Sole 24 Ore riporta in maniera molto chiara come ci possano essere notevoli vantaggi e anche svantaggi nella mancanza di leggi che regolino l’esistenza e le transazioni con valute virtuali. Sta di fatto che nel frattempo moltissime persone operano con queste valute attraverso il mobile trading su Trade.com, il trading da desktop o attraverso altri intermediari online.
La mancanza di regolamentazione semplifica moltissimo le procedure burocratiche che di fatto sono inesistenti ma pone un punto di domanda dal peso enorme su tutte quelle società che al momento permettono di operare con i Bitcoin.
Futuro incerto
Questa navigazione a vista, permette l’utilizzo delle valute virtuali ma non consente di programmare il loro utilizzo nel lungo periodo poiché’ prima o poi la legge prenderà in considerazione l’esistenza di queste valute e gli effetti potrebbero essere decisamente importanti per gli operatori e per i trader stessi.
In alcuni casi, queste valute sono state dichiarate illegali e il trading è vietato in alcuni mercati. In altri casi, si è assistito a timidi e sporadici tentativi di regolamentazione con effetti pressoché’ irrilevanti.
In ogni caso, è innegabile che il trading di valute virtuali esiste, da mobile trading su Trade.com e da desktop, indipendentemente da quello che possono pensare funzionari della Banca d’Italia. Considerando che la Banca d’Italia stessa, ne’ altri istituti centrali hanno alcun controllo su queste monete virtuali, si può ben capire l’astio dei vertici delle strutture più tradizionali verso queste forme di scambio decentralizzate.
Le informazioni pubblicate in questo articolo hanno finalità informativa, e/o pubblicitaria/promozionale e non sono in alcun modo da intendersi né come consulenza né come sollecitamento all’investimento.
Le attività di trading comportano un alto livello di rischio e non sono adeguate a tutti gli investitori.