SIENA. Stringere la cinghia. Volendo fare una sintesi è ciò che riserva il futuro prossimo a chi fa affidamento sulle erogazioni della Fondazione Mps per finanziare i propri progetti.
Stamattina (4 maggio) il presidente Gabriello Mancini e il direttore generale Marco Parlangeli hanno presentato il consuntivo del 2008 da cui arriva la conferma che occorre state molto attenti nel gestire le risorse della Fondazione.
Il bilancio, molto prudente, approvato in via definitiva lo scorso 30 aprile dalla Deputazione generale, lascia emergere la strada che si vuole percorrere: quella del rafforzamento del patrimonio.
“Un bilancio di ottimi risultati, di grande prudenza, di sapiente realismo con forti accantonamenti per le generazioni future“ ha puntualizzato il presidente Mancini.
L’avanzo d’esercizio è di 340,5 milioni di euro ma una buona parte viene destinata agli accantonamenti, 63,8 milioni al fondo di stabilizzazione delle erogazioni che in tal modo supera i 175 milioni, a riserva 119,2 milioni, al fondo oscillazione titoli 100 milioni, al fondo rischi 60,4 milioni e per copertura del residuo debito fiscale per 41,1milioni.
Le erogazioni invece si fermeranno a 161,7 milioni contro i 222,4 del bilancio del 2007, i 210 del 2006, i 197 del 2005 e i 172 del 2004. Si è tornati al livello di cinque anni fa.
“Avremmo potuto fare un’uscita con il botto – ha detto Mancini ricordando la scadenza dell’attuale vertice della Fondazione – ma non sarebbe stata una cosa saggia per il futuro della Fondazione”.
“L’anno prossimo – ha avvertito il direttore generale Marco Parlangeli – dovremo scendere ancora”. Anche perché l’entità del dividendo che arriverà alla Fondazione senese dalla Banca Mps sarà nel 2009 di 63,9 milioni contro 376,6 milioni del 2008. Dunque una grande frenata, certo prevedibile vista la crisi complessiva che l’economia sta attraversando.
Mancini, però, ha sottolineato l’entità degli accantonamenti puntualizzando che l’interesse della fondazione è quella di rafforzare il patrimonio. Quello netto contabile supera i 5,5 miliardi, mentre l’attivo totale ammonta a 6,7 miliardi.
Il presidente della Fondazione riguardo la distribuzione delle risorse indica alcuni punti che devono essere tenuti presenti nella scelta dei progetti da finanziare: una selezione più rigorosa sulla loro qualità, l’intensificazione dei controlli, maggiore risalto anche al cofinanziamento che dovrà avere un peso più ampio, la coerenza dei progetti con priorità del documento strategico della Fondazione, la capacità di spesa. Un problema su cui è intervenuto il vicepresidente Luca Bonechi ricordando quegli enti e associazioni varie (di cui ci si guarda bene dall’indicare i nomi) che hanno tempi lunghi di spesa invitandoli a lavorare con maggiore celerità.
Il presidente Mancini nel suo intervento, pur riconoscendo realisticamente quanto sia problematica la situazione attuale, ha voluto vedere il bicchiere mezzo pieno. Il patrimonio con il bilancio del 2008 viene salvaguardato avendo destinato ad accantonamenti una consistente parte dell’avanzo. Questo è uno degli obiettivi di fondo che la Fondazione si è data. L’altro è la stabilizzazione delle erogazioni. Per il quale occorrerà aspettare la fine della crisi.
Mancini sollecitato dai giornalisti ha parlato anche di altro. Ha detto che la partecipazione di Intesa San Paolo “non è un investimento strategico. Finora ha dato dei buoni risultati, ma vediamo cosa succede”. Il presidente ha anche detto che un aumento di capitale della Banca Mps ”non è all’ordine del giorno”. Una considerazione che già aveva fatto anche il presidente della Banca Montepaschi Giuseppe Mussari nel corso dell’assemblea di bilancio dello scorso 29 aprile smentendo ipotesi di stampa. “Sono d’accordo con Mussari – ha sottolineato Mancini – si parla di cose che non riguardano la nostra banca”. E infine non ha escluso, dopo lo shopping italiano di Antonveneta, che la banca possa avere qualche interesse in Europa. “Mai dire mai", ha risposto ai giornalisti.
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