Il candidato PD alle regionali difende le ragioni delle parti sociali
SIENA. Le riforme vanno fatte, su questo non ci piove, non sono mai stato un conservatore” dichiara Bezzini, “ma bisogna ascoltare le parti sociali coinvolte, confrontarsi con le organizzazioni di rappresentanza e procedere in modo condiviso e democratico”. Così l’ex presidente della Provincia sullo scontro in corso tra Governo e sindacati sul DDL de La Buona Scuola.
“Se tutti i sindacati dei lavoratori della scuola e tutte le organizzazioni degli studenti protestano e chiedono di essere coinvolti un motivo, o forse più d’uno, ci sarà” prosegue Bezzini. “Il rischio che avverto è che la tanto declamata partecipazione che avrebbe accompagnato il DDL sulla scuola si sia ridotta ad un mare magnum di inascoltate osservazioni particolari, mentre è venuto meno un confronto vero con le parti in causa sui nodi cruciali di questa importante riforma”.
“Un altro punto su cui c’è forte scontro è sul ruolo che la riforma assegna ai dirigenti scolastici, i cui poteri aumenterebbero non poco. Su questo si apra un confronto che sappia trovare una mediazione tra l’autonomia scolastica, la qualità dell’istruzione pubblica, il valore della collegialità e i principi espressi nella nostra Costituzione” sottolinea Bezzini. “Questa riforma, inoltre, non supera il problema del precariato, che va affrontato con un piano volto alla stabilizzazione del personale docente, educativo e ATA”.
Il Governo ascolti docenti, studenti e personale amministrativo, ovvero chi la scuola la fa e la vive tutti i giorni, nella cronica mancanza di risorse e nelle difficoltà strutturali, economiche e di organico in cui versano le scuole italiane. Il valore del loro indispensabile lavoro sia riconosciuto con fatti concreti e non solo a parole. Renzi dovrebbe fare sue queste parole di Don Lorenzo Milani: «Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia». La Buona Scuola per essere tale dev’essere di tutti, quindi il Governo ascolti e coinvolga docenti e studenti in questo processo di riforma”, conclude Simone Bezzini.